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Governo, finita la luna di miele con il Paese

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Il vicepresidente del Consiglio ammette: «Bisogna rilanciare subito l'esecutivo, serve un colpo d'ala»

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E An non può stare alla finestra». Gianfranco Fini lo dice con un filo di voce, al termine della direzione nazionale del suo partito. E a chi non ha ancora capito l'aria che tira, il presidente del partito di via della scrofa spiega meglio: «È evidente che ci saranno momenti in cui occorrerà mettere dei paletti, ma dovremo essere in grado anche di offrire delle risposte. E questo compito non può cadere sulla spalle di una sola persona». Fini sta per scappare al Senato per difendere il Guardasigilli quando si sofferma proprio sul tema del giorno e in maniera soffusa avverte: «Il rapporto tra governo e giustizia non è forse uno dei problemi che abbiamo con la pubblica opinione?». La giustizia, aggiunge, «è una questione che sembra una navetta che non si sa mai se è in alto mare o in porto». «Bisogna indicare al governo il colpo d'ala, alimentare un sogno. Alibi - ha concluso - se falliremo non ne avremo più. Sono convinto che per rilanciare il centrodestra serva più destra». E indica tra obiettivi da affrontare alla ripresa di settembre: la Finanziaria, il disegno di legge costituzionale (le riforme istituzionali, insomma) e la conferenza intergovernativa che dovrà adottare la nuova costituzione europea. Secondo Fini nell'attuale governo serve «più destra» e An «non può e non deve rimanerealla finestra». Ma è proprio il rapporto tra An e il governo ad alimentare lo scontro interno. Alemanno e Urso se la prendono con l'impostazione iniziale del governo nato «con Oficina», la fondazione di politici e studiosi dove è nato l'accordo la Lega, dove è nata la Casa delle Libertà e dove è stato scritto il programma del governo. «Lo abbiamo appreso all'ultimo momento - confessa Alemanno - Abbiamo appreso anche del programma dei cento giorni all'ultimo istante». E Urso aggiunge: «Oficina ha sede a Milano, noi vogliamo che si decida a Roma». Nel mirino c'è il rapporto con la Lega, l'asse Tremonti-Bossi. E, anche se non viene citato, l'intesa del neocoordinatore Ignazio La Russa con Berlusconi e con Forza Italia (ieri Schifani ha detto che la sua nomina rafforzerà il rapporto tra An e la Casa delle Libertà). «Quegli scenari che disegni - replica La Russa - le domande su come si posizionerà An sulle scelte di governo, sono le ragioni prime per cui Fini e voi ministri vi dovete sentire tranquilli perchè c'è una classe dirigente che si occupa del partito. L'impegno è non mettere paletti. Comincerò a lavorare già da domani. E subito, dopodomani, convocherà i coordinatori provinciali e regionali per far partire questa nuova fase». La sua strada sarà tutt'altro che in discesa. Fini cerca di dargli una mano: «La verifica chiesta da An è stata un successo perché ha riequilibrato il peso della Lega all'interno della coalizione e si è ottenuta una maggiore collegialità nelle scelte, come dimostrato dal Dpef». Ma anche un mite come Urso chiede di segnare il passo, di marcare la propria identità nei confronti degli alleati della Casa delle Libertà. F. D. O.

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