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Si apre una corsa contro il tempo per licenziare il provvedimento prima della pausa estiva

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Ieri a Palazzo Madama ostruzionismo e valanga di emendamenti contro la misura in via di approvazione definitiva La Lega ora sposta il tiro sull'indultino

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Il provvedimento è all'esame della commissione Giustizia che ha dato termine mercoledì alle ore 12 per la presentazione degli emendamenti e i senatori del Carroccio hanno deciso di mettersi di traverso. «Ci opporremo con tutti gli strumenti che il regolamento ci mette a disposizione» annuncia il capogruppo Francesco Moro, che spiega così la strategia ostruzionistica: «Abbiamo presentato una valanga di emendamenti, che dovranno essere discussi e votati uno a uno in commissione senza contingentamento dei tempi. Faremo di tutto per impedire l'approvazione di questo provvedimento, che rischia di mettere in libertà prima del tempo migliaia di criminali». Il regolamento del Senato, sottolinea Moro, «darà una mano alla battaglia della Lega, perchè in questa fase della discussione non è possibile accelerare i tempi nè, tantomeno, saltare il passaggio in commissione andando direttamente in aula». In commissione, dunque, si profila un duro scontro tra fautori e nemici dell'indultino. È prevedibile un nuovo scontro nella maggioranza dove An e Lega sono contrarie al provvedimento, mentre Udc e Forza Italia sono favorevoli. Per approvare prima della pausa estiva il provvedimento di clemenza (due anni condonati a chi ha già scontato la metà della pena) ci sarà quindi bisogno di una corsa contro il tempo. Dopo la presentazione di tutti gli emendamenti, domani in chiusira di mattinata, cominceranno le votazioni, che terranno impegnata la commissione per alcuni giorni. Il presidente della commissione Antonino Caruso, di Alleanza nazionale, pur non condividendone l'opportunità, ritiene che il disegno di legge possa comunque arrivare all'esame dell'aula prima della pausa estiva. Anche se, sostiene, «tutta questa fretta rischia di essere ingiustificata, visto che il provvedimento entrerebbe in vigore quindici giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, e dunque non credo potrebbe diventare veramente operativo prima di settembre». I centristi dell'Udc, invece, insistono affinché l'indultino sia definitivamente approvato in tempi rapidi: «Ho già proposto - dice il capogruppo Francesco D'Onofrio - che il Senato prolunghi i suoi lavori di qualche giorno, all'inizio di agosto, ed esamini l'indultino come primo punto all'ordine del giorno». Intanto, dopo che Umberto Bossi, ha parlato di una soluzione del caso Sofri «dopo il federalismo, quando ci sarà il battesimo del nuovo sistema, di una Italia nuova», quasi tutta la maggioranza fa quadrato introno al Guardasigilli, anche se non tutti sono d'accordo copn la sua intransigenza come il ministro Buttiglione che parla esplicitamente di «ricatto». L'opposizione attacca il governo, anche se apre un confronto al suo interno (che culminerà con una riunione di capigruppo dell'Ulivo forse già oggi) sulla richiesta avanzata dal presidente dei deputati della Margherita, Pierluigi Castagnetti, di una mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli, che non ha raccolto finora il consenso degli alleati. Intanto, le dichiarazioni del ministro per le Riforme, Umberto Bossi, vengono definite dal capogruppo al Senato dei Ds, Gavino Angius, «squallide e di bassa levatura». Per il senatore Ds non si può «collegare la realizzazione di una riforma istituzionale, tra l'altro pessima come la devolution, con la vita di un uomo».

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