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Ispettori a Milano giorni caldi al Csm

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Dieci pagine sulle quali già si annuncia battaglia a Palazzo dei Marescialli. «Il Csm non può assumere una permanente e obbligatoria veste di difensore d'ufficio di tutti i magistrati, ovunque e comunque» hanno fatto sapere i cinque consiglieri laici che al Csm rappresentano la Cdl. I quali contestano il «merito» del documento, ma anche il «metodo», visto che «esorbita dai poteri» dell'organo di autogoverno della magistratura. E avvertono: «Si apre un conflitto tra poteri: ciò ci induce a valutare con estrema serietà l'atteggiamento da assumere per il prossimo plenum». Parole che potrebbero preludere alla scelta di far mancare il numero legale durante i lavori dell'assemblea, impedendo così il documento venga discusso e approvato. Secondo la Commissione (che ha approvato il documento giovedì scorso con l'unico voto contrario proprio del rappresentante del centrodestra Giorgio Spangher), è legittima la scelta della Procura di Milano di opporre agli «007» inviati dal ministro Castelli il segreto investigativo sul fascicolo. Deriva, è spiegato nel documento, dalla «necessità di evitare pregiudizio per il positivo sviluppo delle indagini».

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