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Castelli: «Serve l'amnistia, ma non c'è il clima»

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«L'ex leader di Lotta continua è un detenuto come molti altri». Cossiga critica Ciampi

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Il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, replica alla disponibilità del presidente della Repubblica, Ciampi, nei confronti dell'ex leader di Lotta continua condannato per l'omicidio Calabresi con un no deciso alla grazia ad personam, ma apre un piccolo spiraglio: «L'atto di pacificazione non può che essere l'amnistia. Ma oggi non c'è il clima politico adatto». E mentre fra i due schieramenti soffia la bufera, il presidente del Senato, Marcello Pera, invita ad esaminare la questione «senza troppe pressioni». Utilizzando canali non istituzionali - una lettera sulla «Padania» e una precisazione in tv - l'irremovibile ministro Castelli si assume la responsabilità della sua decisione e repica agli attacchi: la sinistra dimostra il suo razzismo. Per il Guardasigilli il «raffinato intellettuale» potrebbe uscire dal carcere solo a patto che le porte si aprano anche per gli altri. Il ministro leghista ricorda che l'ex leader di Lc non ha mai chiesto la grazia. «Credo che Sofri - precisa Castelli - sia un detenuto come gli altri». Nelle carceri italiane ce ne sono 8.700 condannati per omicidio o tentato omicidio. Nel «pacchetto» concordato con Bossi dal ministro leghista ci sarebbero altri detenuti eccellenti, come gli ex terroristi neri Francesca Mambro e Giusva Fioravanti e il leader dei Serenissimi Fausto Faccia. Ma Castelli non fa nomi e vuole «affrontare un discorso globale. Bisogna che tutte le forze politiche dichiarino che l'Italia si lascia alle spalle una serie di lotte politiche tragiche per iniziare una nuova era». «Mi pare - conclude - che questo clima invece oggi non ci sia». La controproposta di Castelli riaccende le polemiche fra i due poli. Mentre l'opposizione attacca in blocco il Guardasigilli, respingendo l'accusa di non avere promosso una simile iniziativa durante i governi di centrosinistra, la Cdl lo appoggia, anche se non mancano le valutazioni di dissenso, come quella di Urso (An) e degli Udc Follini e Buttiglione. L'occasione serve al senatore a vita Francesco Cossiga per criticare il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che, secondo l'ex capo dello Stato, avrebbe potuto prendere comunque l'iniziativa. Tesi contestata da Claudio Martelli. La proposta dell'amnistia trova un riscontro generalmente positivo nella maggioranza, soprattutto in FI e An. Ma non nel suo partito: Roberto Calderoli, vice presidente del Senato, apprezza il no alla grazia, ma respinge la proposta di amnistia. Il portavoce di FI, Sandro Bondi, auspica che si possa seguire la strada di «un provvedimento più vasto». Il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, sposa in pieno la posizione di Castelli. Sono invece tutte di segno critico le reazioni dell'opposizione, che accusa il ministro di Grazia e Giustizia di alimentare «un mercato delle indulgenze», come affermano D'Alema (Ds) e Russo Spena (Prc). Parole dure anche dal segretario della Quercia, Piero Fassino, per il quale «Castelli trasforma tutto in un mercato».

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