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CdA Rai licenziato dal 28 febbraio Cattaneo: vado avanti

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L'Annunziata potrebbe però presentare le dimissioni molto prima, forse anche nel CdA di martedì, visto che solo domenica torna in Italia, mentre il dg Cattaneo, pare aver ricevuto concrete rassicurazioni e intende andare avanti nel suo progetto, «fino a quando ci saranno le condizioni per lavorare costruttivamente». Il ministro delle Comunicazioni rassicura: «Non è preclusa la continuità dei vertici attuali». Dura l'opposizione: «Rifilato un bidone vuoto all'Udc». Martedì voto finale in diretta tv. Il «licenziamento» è stato deciso dal Senato, che ha votato a maggioranza il discusso articolo 20 della riforma Gasparri. Il centrosinistra e Prc hanno votato contro. Il sì finale sul ddl di riassetto radiotelevisivo slitta a martedì 22 luglio e sarà trasmesso in diretta tv. È un «addio» anticipato, quello dei vertici di Viale Mazzini voluto dall'Udc. Mentre il consigliere Alberoni dice: «Sapevamo che il CdA era a termine», Rumi promette che non farà il «giapponese»: «Un consiglio monco non ci sarà», lasciando intendere che la prossima riunione a Viale Mazzini sarà decisiva. E sempre per martedì si annuncia una manifestazione di protesta dell'Ulivo. Il ministro Gasparri ha spiegato che «gli attuali vertici potrebbero continuare la loro attività in una dimensione più ampia». E cioè quella del nuovo consiglio a 9 (in carica 3 anni, come prevede il provvedimento sul riordino radiotelevisivo). E ieri anche il relatore Grillo (Fi) ha detto che è probabile che non saltino le teste degli attuali vertici: «Le forze politiche faranno di tutto per confermare l'attuale composizione». La nuova normativa, modificata secondo gli emendamenti presentati da Iervolino (Udi) e Cicolani (Fi), prevede anche nuovi criteri di nomina del Consiglio di amministrazione della tv pubblica. Nella prima fase del processo di privatizzazione dell'azienda (approvata ieri), cioè fino a che il numero delle azioni alienate non supererà il 10 per cento, il Cda sarà formato da 9 persone. Michele Lauria della Margherita dice senza mezzi termini che «i centristi della Casa delle libertà portano a casa un bidone vuoto». I lavori riprendono lunedì con l'articolo 23, dopo le polemiche sulla presenza dei «pianisti» che nel pomeriggio hanno riscaldato l'aula. Tanto da far sbottare il vicepresidente Calderoli: «Colleghi, neanche al mercato del pesce sento versi del genere. Non vorrei sentirne anche l'odore». Giu.Cer.

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