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NEL Dpef il settore Sanità viene annoverato tra quelli principalmente interessati alle misure strutturali.

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Da racimolare soprattutto con il rafforzamento del Patto di stabilità interno. Che significa poi dire alle regioni: queste sono le risorse a disposizione, riducete sprechi e inefficienze altrimenti non avrete le risorse aggiuntive riservate alle amministrazioni virtuose. Una filastrocca che non piace ai governatori e nemmeno al ministro della salute, Girolamo Sirchia, che ha già messo in guardia il collega Tremonti, dichiarando a chiare lettere che il fondo sanitario non si tocca. Che le risorse scarseggino lo sanno però anche le regioni e lo stesso Sirchia. Che cercano strade alternative ricorrendo a privati e fondi integrativi. L'idea di un fondo per gli over 65 non autosufficienti è stato già da tempo lanciato dal ministro della salute dal collega del welfare, Roberto Maroni. I tecnici dei due dicasteri hanno lavorato a diverse ipotesi di finanziamento del fondo che dovrebbe coprire soprattutto i bisogni socio-assistenziali degli anziani, per lasciare più risorse all'assistenza sanitaria vera e propria. Si va da un contributo obbligatorio dello 0,5% con esenzione per i redditi più bassi alla riconversione in contributi di parte delle ferie retribuite. Idea già attuata dalle casse mutue tedesche. Nel fondo dovrebbero tuttavia confluire anche le risorse delle assicurazioni. Fondi e assicurazioni verrebbero chiamati in causa anche per coprire i costi della libera professione dei medici nelle strutture pubbliche alle quali gli assistiti spesso ricorrono per aggirare le chilometriche liste d'attesa. Il ricorso a partner-ship con i privati potrebbe essere consentito alle regioni anche per la gestione degli ospedali.

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