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Di ruolo gli insegnanti di religione

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«Ciampi non firmi la legge», chiede Rifondazione Repubblicana», «i docenti di religione vengono immessi in ruolo e gli altri precari restano nei guai», incalza la Cgil Scuola. Ed è proprio questa che viene sottolineata come una differenza di fatto nei diritti dei lavoratori che fa dire agli oppositori della legge che il provvedimento viola la Costituzione, così come in molti mettono l'accento sul fatto che la norma attribuisca alle diocesi il potere di concedere o revocare l'idoneità all'insegnamento della religione cattolica. Ma dal centrodestra, che insieme alla Margherita e all'Udeur, ha votato alla Camera il via libera definitivo alla legge, passata con 252 sì, 115 no (Ds, Verdi, Pdci, Prc, Sdi e il repubblicano La Malfa) e 13 astensioni, mette subito in evidenza, come fa per esempio il leghista Didonè, la spaccatura nel centrosinistra, così, come afferma il relatore del provvedimento, il forzista Cesare Campa, «lo schiaffo morale alla sinistra che ha votato contro». «Dopo anni di ostinata e preconcetta opposizione della sinistra e della Cgil, finalmente questi lavoratori hanno gli stessi diritti degli altri», dice il portavoce di Forza Italia, Sandro Bondi. «Finalmente - aggiunge Francesco Giro, responsabile di Forza Italia dei Rapporti con il Mondo Cattolico - gli insegnanti di religione cattolica non saranno più marginalizzati e discriminati». «Un grande atto di giustizia sociale», ribadisce il responsabile Scuola e Università di Forza Italia, Mario Mauro. «Il riconoscimento dello status giuridico rappresenta il coronamento di un impegno assunto dal centrodestra sin dal 1994», dichiara il portavoce di An Mario Landolfi. Non è questo il punto, sostiene Enrico Panini, segretario generale di Cgil Scuola: «Intendiamo difendere tutti i lavoratori, ma ci opponiamo con fermezza ad uno stravolgimento delle regole e alla riduzione della dimensione laica della nostra scuola. E intanto, per gli altri precari della scuola, che hanno insegnato materie obbligatorie e che sono stati nominati supplenti in rigoroso ordine di graduatoria, non c'è neanche uno straccio di immissione in ruolo, nonostante decine di migliaia di posti vacanti». «È stata approvata una legge ingiusta che per dare stabilità lede il diritto di altre persone», ribadisce polemicamente Massimo Di Menna, segretario della Uil Scuola. «Basta - spiega - che venga tolta l'idoneità da parte dell'autorità diocesana per far diventare un docente di religione cattolica insegnante di ruolo in un'altra materia coprendo un posto che dovrebbe essere assegnato ad altri che ne hanno più diritto, scavalcando graduatorie e diritti di altri colleghi». La legge approvata ieri interessa circa 13 mila docenti e prevede l'inserimento in ruolo degli insegnanti di religione cattolica attraverso il superamento di un concorso, Il primo dei quali sarà riservato agli insegnanti di religione che abbiano all'attivo un periodo di servizio di almeno quattro anni negli ultimi 10. Per prendere parte al concorso è necessario avere l'idoneità da parte della diocesi. I concorsi saranno indetti, su base regionale, con frequenza triennale. Per questi insegnanti è prevista l'assunzione a tempo indeterminato, ma nel caso in cui dovesse essere revocata l'idoneità riconosciuta dalla diocesi, è previsto il ricorso alla mobilità. «La CdL mantiene gli impegni presi», chiosa Riccardo Pedrizzi, di Alleanza Nazionale: «un provvedimento atteso da ben 19 anni che applica il concordato fra Italia e Santa Sede.

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