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VERTICE MONDIALE DEI PROGRESSISTI A LONDRA

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D'Alema dà lezioni d'Europa, ma non conosce l'inglese

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Lo ha detto il presidente della Quercia, intervenendo al pranzo offerto dalla Fondazione da lui presieduta, nella giornata conclusiva dei lavori della Conferenza dei progressisti mondiali. D'Alema ha aperto il suo intervento con una battuta riguardante il suo inglese, lingua nella quale ha pronunciato l'intervento. «Mi devo scusare, perché vi costringo ad ascoltare il mio terribile inglese invece delle note melodiose del mio eccellente italiano. Lo devo fare ancora di più, visto che il mio italiano è una lingua meno aggressiva di quella usata recentemente all'Europarlamento». D'Alema ha sottolineato che «un conservatore può essere pro Europa» ma che «nessuno può chiamarsi riformista senza essere pro Europa». Questa riflessione, secondo D'Alema, diventa ancor più d'attualità oggi per l'Italia che «ogni giorno di più rischia di diventare meno europea, come molti dei nostri amici sanno, per esempio i nostri amici tedeschi». Malgrado questo, ha rilevato l'esponente della Quercia, «è probabile che i nostri concittadini ci chiameranno presto di nuovo in servizio». «Perlomeno - ha aggiunto - per evitare ulteriori danni all'industria del turismo italiano». E fra gli applausi, D'Alema ha sottolineato alla platea che l'Italia «rimane un posto splendido e incantevole, malgrado le molte gaffe del governo di centrodestra». «E quindi, per favore - ha insistito - continuate a venire in vacanza da noi». Tornando sui temi dell'agenda progressista, il presidente della Quercia ha sottolineato che c'è bisogno di «un progetto più innovativo». «Dobbiamo imparare dall'esperienza del New Labour. Abbiamo bisogno - ha sottolineato - di costruire un nuovo equilibrio tra modernizzazione e diritti sociali». In questo, quindi, diventa sempre più importante il ruolo dell'Europa che deve diventare un attore globale nel mondo, un attore che «si assume le sue responsabilità». «Non contro - ha sottolineato - ma con gli Stati Uniti. Il multilateralismo non è antiamericanismo». A questo proposito, D'Alema ha ricordato l'ammonimento fatto sabato da Bill Clinton sul profilo più «aggressivo» della destra. «Abbiamo bisogno di una visione per il futuro - ha aggiunto D'Alema - abbiamo bisogno dei nostri ideali e il pragmatismo non è sufficiente». Prima della sessione plenaria il padrone di casa, Tony Blair ha offerto un breve ricevimento i capi di Stato e di governo. Al ricevimento erano presenti il presidente sudafricano Thabo Mbeki e quello brasiliano Inacio da Silva Lula. Proprio con Lula, Massimo D'Alema, si è intrattenuto a colloquio con Lula. Il presidente brasiliano, a quanto si apprende, ha chiesto a D'Alema aggiornamenti sulla situazione italiana e sul centrosinistra. Ma a preoccuparsi dello stato comatoso della sinistra italiana è stato anche il premier britannico Tony Blair durante un colloquio con Francesco Rutelli e Massimo D'Alema. Facendo la domanda il premier britannico, a quanto si è appreso, ha spiegato di avere l'impressione che qualcosa stia cambiando per il centrosinistra in Italia. «Gli abbiamo detto che il centrosinistra sta meglio - ha riferito D'Alema - gli abbiamo riferito delle ultime amministrative e che ci sono sondaggi che ci indicano come forza in crescita». D'Alema ha anche spiegato che nel colloquio si è parlato di un rafforzamento dei rapporti fra New Labour e Ulivo con una «collaborazione più stabile», sulla quale si sta lavorando.

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