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Corte dei Conti, allarme convenzioni

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Anzi, in alcuni casi le amministrazioni stesse avrebbero denunciato un'aggravio delle spese e un peggioramento della qualità di beni e servizi ricevuti. I magistrati ritengono però che «parte delle patologie riscontrate non discendano direttamente dall'attività del ministero dell'economia e della Consip, bensì dalla scarsa propensione delle amministrazioni pubbliche ad applicare gli elementi di novità introdotti dalla nuova legislazione, sulla scia del grande avanzamento tecnologico degli ultimi anni». Ma non c'è dubbio che sul banco degli imputati i magistrati mettano i compiti attribuiti alla Consip: «Sembra difficilmente controvertibile -scrivono nella deliberazione di controllo 26-03 della sezione centrale della Corte dei Conti- che la concentrazione in capo alla stessa Consip di funzioni consultive, attività contrattuale, compiti di controllo e talvolta di regolazione indiretta della materia non possa protrarsi oltre la fase di avvio del progetto, perchè in caso contrario, troppi conflitti virtuali o reali turberebbero l'assestamento del mercato pubblico delle forniture». In sostanza la Corte ritiene che partecipando agli acquisti centralizzati sia possibile «aggirare la competizione, allorchè le imprese si accordino nel determinare, in modo congiunto, le modalità di partecipazione alla gara». Un fenomeno «accertato dall'Antitrust» e che favorirebbe queste stesse imprese anche per aggiudicazioni future: «Non vi è dubbio invero -scrivono i magistrati- che la conoscenza dell'esatto funzionamento della macchina statale nel suo complesso, per il periodo di tempo previsto dal bando di gara, consente alle ditte risultate aggiudicatarie in prima istanza di acquisire un patrimonio, in termini di Know how difficilmente colmabile, in una successiva omologa procedura concorsuale dalle imprese sconfitte soprattutto se di piccole dimensioni».

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