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Separazione delle carriere Polo diviso anche al Csm

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Se Giorgio Spangher, laico di Forza Italia, invita il governo ad andare avanti su questa strada e contemporaneamente a intervenire sul processo penale, Nicola Buccico (An), pur condividendo in linea di principio la riforma, sostiene che non è il momento di vararla, pena un inasprimento del clima. I consiglieri togati sono invece compatti nel ribadire il loro «no» a un'iniziativa che qualcuno si spinge a definire una ritorsione contro i giudici per aver portato avanti processi «sgraditi al governo». «Condivido concettualmente la separazione delle carriere. Ma in questo momento - avverte Buccico - la proposta accresce il clima di conflittualità sulla giustizia. Meglio sarebbe allora procedere a una chiara e netta distinzione delle funzioni». Buccico, che prima di approdare al Csm è stato presidente del Consiglio nazionale forense, prende le distanze anche dall'Unione delle Camere penali che, per sollecitare la separazione delle carriere, ha già attuato iniziative di sciopero e potrebbe metterne in cantiere di nuove. «Legare lo sciopero a questo tema significa rendere più difficile il cammino delle riforme sulla giustizia». Di tutt'altro avviso Spangher: «La separazione delle carriere è lo sviluppo naturale dell'evoluzione del processo accusatorio, nel quale giudici e pm hanno già ruoli diversi. E si può introdurre con legge ordinaria perché non c'è nessun problema di compatibilità costituzionale» dice il consigliere, ricordando che non a caso la Consulta ammise il referendum sulla separazione delle carriere. Spangher invita a partire proprio dal quesito referendario: «Lo si riprenda in mano e lo si traduca in un emendamento».

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