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RAI e Mediaset, basta con l'auditel.

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Il Consiglio dichiara infatti che «un disagio nella più indifferienziata e ampia comunità dei cittadini-utenti rispetto alla problematica legittimazione di quella rappresentanza che fornisce i dati dell'Auditel e alla diffusione e utilizzazione dei dati medesimi». Il Cnu rileva quindi che «si impone l'adozione di principi di trasparenza, di neutralità e di rapprtesentatività del campione; di un sistema di registrazione degli organi che intendono procedere alle rilevazioni; del confronto tra più rilevazioni concorrenti e della copertura, sia pure entro i limiti della rilevanza artistica, di tutte le emittenti e di tutti i mezzo di comunicazione». Pertanto «la correttezza della rilevazione - si legge nel testo - dovrà essere certificata, in tutti i suoi aspetti, da un organismo tecnico pubblico e particolarmente qualificato, qual è l'Istituto nazionale di statitstica». All'Autorità spetterebbe invece il controllo sui dati di ascolto che, secondo il Cnu, «non sostituiscono la necessaria raccolta ed eleaborazione di indici di gradimento e di qualità dei programmi, essenziali per il rispetto delle esigenze dell'utente». Nel resto della relazione si ringrazia Rai e ministero delle Comunicazioni per il coinvolgimento dell'organismo dell'Authority in sede di dibatitto per il rinnovo del contratto di servizio tra lo Stato e la tv pubblica. Ma, se da un lato si loda il lavoro fin qui svolto dal governo (soprattutto per il varo del codice Tv e minori voluto dal ministro Gasparri) e dal Parlamento, s'insiste perché sia data ancora maggiore attenzione ai minori. Attenzione «che va rivolta, in positivo, alla formazione della coscienza critica, incoraggiando la formazione di una capacità di opinione e di convincimento». Ma, si avverte: «Non si tratta solo di televisione, ma anche di radio, di internet, di videogiochi e di comunicazione per mezzo dei telefoni cellulari». Per questo il Cnu pone l'accento «sui valori e sui disvalori che vengono veicolati dal media e dai modelli di compotamento (positivo e negativi) che vengono proposti dai mezzi citati. E anche sulla necessità di salvaguardare una identità nazionale nella cultura che però resti aperta alla mondialità». Gli utenti si soffermano anche su internet e sul rapporto tra rete e bambini. «Si dovrà puntare - si legge nel documento - da una parte sulla responsabilizzazione degli operatori e dei fornitori dei servizi e dall'altra sulla promozione di azioni positive, come ad esempio portali dedicati all'infanzia, percorsi di navigazione sicura e spazi socializzanti come gli "internet meeting point", per i quali ultimi si propone il diretto coinvolgimento del mondo dell'associazionismo, con il sostegno pubblico». Il consiglio infine promette che la sua azione adesso avrà uno sguardo particolare sui problemi dlele televisioni private locali «tema che è stato giudicato di grande rilevanza sociale e morale», ma anche del rapporto tra disabili e media. F. D. O.

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