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Schroeder: «Bene, la questione è chiusa»

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Il presidente del consiglio esprime rincrescimento. Il cancelliere: «Collaboreremo con l'Italia»

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Alle sette della sera Silvio Berlusconi ha appena messo giù il telefono dopo un breve colloquio con il presidente tedesco Gerhard Schroeder e appare decisamente più risollevato. L'interlocutore gli ha appena comunicato di considerare l'incidente scoppiato l'altra mattina a Strasburgo con il deputato tedesco Martin Schulz chiuso anche nell'interesse dell'Europa. Il premier italiano potrà così presentarsi alla cena al Quirinale convocata per l'apertura formale del semestre italiano, cancellando l'ombra di un grave incidente diplomatico con la Germania. Nella breve conversazione con il Cancelliere tedesco Berlusconi ha comunque riferito le gravi offese cui è stato oggetto da parte dell'eurodeputato tedesco Martin Schulz e ripetuto il suo rincrescimento per il fatto che sia stato frainteso il senso e il tono di una sua battuta che voleva essere solamente ironica. Un chiarimento necessario, sollecitato direttamente e con forza dal Quirinale e preparato per tutta la giornata dalle diplomazie dei due Paesi. Un appuntamento più volte slittato, (dalle 14, alle 18, poi alle 19) e accettato da Berlusconi, malgrado la sua convinzione di essere stato pesantemente offeso e provocato. Una convinzione a più riprese espressa nel corso della giornata ai suoi collaboratori. Di più. A freddo Berlusconi si è detto sempre più persuaso che l'intervento di Schulz fosse stato premeditato e addirittura concordato con i suoi avversari della sinistra italiana. Una convinzione espressa pubblicamente anche di fronte ai cronisti che ieri mattina lo hanno aspettato all'ingresso dell'Assemblea di Confcommercio. Concetti ribaditi in Consiglio dei ministri, dove la questione, a quanto riferito dal ministro degli Affari comunitari Rocco Buttiglione, è stata al centro di una breve e informale informativa del premier e sulla quale non c'è stato però dibattito: «Dovevo mordermi la lingua, avrei dovuto mordermi la lingua...» ha detto il premier. «È evidente a tutti - avrebbe aggiunto il premier - che era stata orchestrata ai miei danni una provocazione bella e buona. Con una serie di offese e insulti personali pesantissimi. Purtroppo sono caduto nella provocazione, anche se la mia era solo una battuta che era indirizzata direttamente al provocatore, non certo al popolo tedesco, nè tantomeno volevo mancare di rispetto alle vittime dell'Olocausto». Dopo le parole di Berlusconi, Gianni Letta ha invitato i presenti ad evitare di intervenire, precisando che non era il caso di aprire un dibattito sull'argomento, dal momento che la questione si sarebbe chiarita di lì a qualche ora direttamente tra il premier e il cancelliere tedesco. Un'eco della questione era stata al centro anche di un incontro mattutino al Quirinale con Ciampi, dove Berlusconi si era recato in compagnia del sottosegretario Gianni Letta. E da lì aveva preso forma la necessità di una telefonata chiarificatrice con il Cancelliere tedesco, indispensabile per chiudere l'episodio senza altre polemche, particolarmente dannose per l'immagine dell'Italia all'avvio del semestre di presidenza. Schultz ha valutato al pari di scuse il rincrescimento espresso da Berlusconi e ha quindi lasciato intendere che si aspetta ora un colloquio chiarificatore tra il presidente del Consiglio europeo ed il presidente del Parlamento europeo. «Mi basta questo», ha detto quindi Schulz, spiegando di non pretendere scuse personali. A questo punto sull'intera vicenda si può mettere la parola fine. Tanto che lo stesso Schroeder ha detto che «la questione è chiusa» e che la Germania collaborerà per la riuscita della presidenza italiana del semestre europeo.

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