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Dipendenti pubblici, contratti o guerra

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In attesa Enti Locali, Sanità, Agenzie fiscali, Presidenza. Il problema dei fondi. Altolà sulle pensioni

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I settori interessati sono soprattutto gli Enti locali (Regioni, Comuni, Province) e la Sanità, oltre a Agenzie fiscali e Presidenza del Consiglio. Sempre secondo Cgil, Cisl e Uil, che sul fronte del pubblico impiego non sono divise ma agiscono insieme, l'adesione allo sciopero avrebbe avuto punte elevate, nell'ordine del 70-80 per cento. I sindacati hanno sollecitato il rinnovo dei contratti di lavoro, dichiarando che la pazienza è ormai esaurita. Il governo dal canto suo ha in fase di avanzata elaborazione una proposta che dovrebbe risolvere la situazione, difficile per la scarsità delle risorse disponibili, proposta da mettere sul tavolo delle trattative la prossima settimana. La questione è rilevantissima sia per l'entità dell'impegno finanziario che la comunità dovrà sostenere per onorare gli aumenti che verranno erogati alle categorie, che attendono ormai da molto tempo, sia per la ricaduta in termini di consenso da parte di settori nei quali i dipendenti si contano a gruppi di centinaia di migliaia, sia per il significato che questa vertenza ha sul fronte delle manovre politiche, anche all'interno della maggioranza governativa. I sindacati lo sanno, e tirano la corda. Non a caso ieri il segretario generale della Cisl Savino Pezzotta ha detto che l'Esecutivo deve tenere conto della questione contrattuale all'interno della verifica governativa. «Il presidente del consiglio - ha detto Pezzotta - verifichi la coerenza tra quanto firmato il 4 febbraio e il perché della manifestazione di oggi». «La nostra calma è finita», ha aggiunto probabilmente anche pensando agli inviti alla pazienza giunti dal ministro della Funzione pubblica, Mazzella. E anche il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, è stato molto preciso: «Se il governo - ha detto - non rinnoverà la sua firma e non si assumerà la sua responsabilità mettendo le risorse per i contratti nel dpef, dovremo intensificare la lotte e rendere più forte la mobilitazione». Il problema in effetti è la scarsità delle risorse disponibili, che consentirebbero solo con molte difficoltà di dare alle categorie ancora da contrattualizzare lo stesso trattamento di quelle che già hanno concluso gli accordi. In particolare, per gli enti locali, la soluzione allo studio richiederebbe di toccare le regole del patto di stabilità. E questo comporta placet politici che possono rientrare all'interno del braccio di ferro in corso fra componenti della maggioranza di governo. Di qui, la qualità delle dichiarazioni rilasciate dai leader dei sindacati i quali ieri, in coerenza, hanno anche avvertito il governo di stare attento a quello che fa sulle pensioni. Non ci sono ragioni per una nuova riforma, ha detto Pezzotta, mentre Epifani ha aggiunto che non saranno accettati tagli alla spesa, concetto ribadito anche da Angeletti. E proprio ieri il leader repubblicano Giorgio La Malfa, dopo un incontro avuto in mattinata con Berlusconi, ha detto che il premier ritiene necessario allungare il periodo di permanenza al lavoro, elevando l'età pensionabile.

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