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Referendum, urne aperte per 50 milioni Per la prima volta arrivate le schede degli italiani all'estero. Soddisfatto il ministro Tremaglia

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Si aprono stamattina alle 8 le urne per consentire il voto sui due referendum che riguardano la reintegrazione dei lavoratori illegittimamente licenziati e la servitù coattiva di elettrodotto. I referendum chiamano alle urne, complessivamente, quasi 50 milioni di elettori: per la prima volta, infatti, gli italiani residenti all'estero voteranno per corrispondenza. QUANDO SI VOTA — I due referendum si terranno oggi e domani e riguarderanno l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (referendum n. 1 - scheda celeste) e la servitù coattiva di elettrodotto (referendum n. 2 - scheda arancione). È possibile votare anche solo per uno dei due referendum. Le operazioni di voto si svolgeranno dalle 8 alle 22 di oggi e alle 7 alle 15 di lunedì. Lo scrutinio comincerà alle 15 di domani, subito dopo la chiusura delle operazioni di voto, dando la precedenza temporale allo spoglio delle schede del referendum n. 1. COME SI VOTA — L'elettore dovrà tracciare sulla scheda con la matita un segno sulla risposta da lui prescelta («sì» o «no») o, comunque, nel rettangolo che la contiene. Il referendum è solo abrogativo, può cioè cancellare o conservare norme di legge esistenti. PER COSA SI VOTA — Nel referendum sull'articolo 18 se vinceranno i no resterà in vigore l'articolo dello Statuto dei lavoratori nella sua attuale formulazione, per cui non possono essere licenziati senza giusta causa i dipendenti delle imprese con più di 15 lavoratori. Il successo dei sì determinerà l'estensione della norma anche alle imprese con meno di 15 dipendenti. Nell'altro referendum la vittoria dei sì determinerà la possibilità per i proprietari di terreni di opporsi al passaggio degli eletrodotti nei loro terreni, mentre se prevarranno i no resteranno in vigore le attuali servitù coattive. ITALIANI ALL'ESTERO — Per la prima volta gli elettori italiani residenti all'estero hanno votato per corrispondenza, grazie ad una legge approvata nel dicembre 2001. Le urne nel mondo sono state aperte dal 5 al 12 giugno. Vi sono stati chiamati 2.305.128 italiani all'estero iscritti all'Aire, l'anagrafe italiana dei residenti all'estero. Le prime schede elettorali con il voto degli italiani all'estero sono giunte l'altro ieri mattina all'aeroporto di Fiumicino con due voli provenienti dall'Arabia Saudita e da Singapore. I primi dati, affluiti dai vari Paesi, parlano di percentuali su un livello medio del 20-30, con punte fino al 70%. Il ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, si è detto soddisfatto del risultato e ha sottolineato «l'appuntamento storico» al quale molti degli italiani all'estero, «con il loro grande attaccamento al Paese», non hanno voluto mancare. OLTRE 49 MILIONI — I referendum interessano, in Italia, più di 47 milioni e 200 mila elettori, per complessive 60.500 sezioni elettorali. Gli elettori residenti all'estero che votano per posta sono invece più di due milioni e 300 mila. Pertanto il numero totale di elettori è di oltre 49 milioni e 500 mila. Le consultazioni referendarie saranno valide se parteciperà alla votazione la metà più uno degli aventi diritto. TESSERE ELETTORALI — Nel 2000 il certificato è stato sostituito dalla tessera elettorale personale a carattere permanente. Pertanto, in occasione dei referendum, non arriverà a casa alcun certificato agli elettori residenti in Italia. Per votare ogni elettore dovrà recarsi al seggio con la tessera elettorale e un documento di identificazione. Chi avesse smarrito la tessera potrà richiederne un duplicato all'ufficio elettorale del comune nelle cui liste risulta iscritto. LO SPETTRO DELL'ASTENSIONISMO — I risultati degli ultimi referendum non sono incoraggianti per affluenza alle urne. Il 21 maggio del 2000 nessuno dei sette quesiti proposti, su giustizia, sistema elettorale proporzionale, sindacati, raggiunse il quorum. Gli ultimi referendum validi risalgono al '95, quando si votò su 12 quesiti, tra i quali trattenute sindacali, pubblico impiego e soggiorno obbligato per i mafiosi.

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