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A MENO di una settimana dal voto per il referendum sull'articolo 18 gli orientamenti delle forze politiche ...

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Difendono il sì a colpi di manifestazioni, dibattiti e altre iniziative i promotori della consultazione, che intende estendere la tutela del reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo ai lavoratori delle aziende con meno di 15 dipendenti, attualmente esclusi dall'applicazione della norma dello Statuto dei lavoratori. Mentre aumentano le fila del partito degli astensionisti: uno schieramento trasversale che va dalla maggioranza ai Ds, passando per Cisl e Uil, e che negli ultimi giorni ha convinto anche alcuni fautori del no. A favore di un no secco sono infatti sempre in meno: obiettivo comune di chi avversa il referendum è piuttosto il fallimento della consultazione attraverso il mancato raggiungimento del quorum. Alla fine ha preferito l'astensione come indicazione di voto il primo Comitato per il no, creato da Renato Brunetta e Giuliano Cazzola. Si chiede infatti agli elettori di non andare alle urne come arma migliore per bocciare il referendum attraverso il mancato raggiungimento del quorum. Una indicazione che «non divide i contrari tra no nel voto e no al voto». Si riunirà mercoledì prossimo il direttivo dei Ds per decidere l'orientamento definitivo sul referendum. È infatti una delle poche posizioni non ancora ufficializzate, anche se la maggioranza del partito si è più volte espressa a favore dell'astensione. Contraria al referendum anche la Margherita che però è intenzionata a votare no. È compatta contro il referendum la maggioranza, che punta a far fallire la consultazione. Agli avversari che vogliono far fallire la consultazione rispondono con sette sì i promotori del referendum per l'estensione dell'articolo 18 (uno schieramento sostenuto dai promotori del referendum, da Rifondazione comunista ai Verdi, dalla Fiom ai Cobas, e da una serie di associazioni). Chiedono un sì perchè i diritti non abbiano confini, il lavoratore non sia una merce, la dignità non abbia un prezzo, la legge sia uguale per tutti. Restano invece convinti che in materie «complicate e complesse come il diritto del lavoro» sia prioritario l'intervento legislativo i Comunisti italiani, che non sono stati tra i promotori della consultazione ma che come indicazione di voto danno il sì. Ecco i due quesiti referendari: TESTO n.1 «Per estendere a tutti i lavoratori subordinati la tutela dell'art.18 dello statuto dei lavoratori contro il licenziamento senza giusta causa». TESTO n.2 «Per l'abrogazione dell'elettrodotto coattivo».

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