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Sono incostituzionali gli espropri senza limite temporale e indennizzo

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Preoccupati, viceversa, i rappresentanti degli amministratori locali alla lettura del dispositivo della sentenza, la n.148/2003 della Corte costituzionale, in tema di espropriazioni per pubblica utilità. Sono incostituzionali i vincoli urbanistici espropriativi di durata non ragionevole e senza alcuna previsione di indennizzo. E' quanto stabilisce la Corte costituzionale, accogliendo un'eccezione del Tribunale di Bari. Il termine, diciamolo, dà fastidio un po' a tutti. Esproprio. Sembra come togliere qualcosa al libero arbitrio. Lo Stato, o meglio, gli enti locali, negli ultimi decenni ne hanno fatto ricorso copiosamente. Spesso con soddisfazione dell'espropriato, al quale venivano offerti generosi indennizzi. Ebbene la pratica, così diffusa nel nostro Paese, rischia di venir pesantemente ridimensionata dopo la sentenza. Il giudicato, basato sull'esame di varie norme sull'uso del territorio da parte della Regione Puglia, traeva origine dal reiterarsi dell'espropriazione di un fondo privato soggetto ed edilizia economica e popolare,anche dopo la scadenza del piano di edificabilità. Una situazione - secondo il Giudice delle leggi - che ha impedito ai legittimi proprietari il godimento del fondo, senza peraltro avere alcuna previsione circa l'indennizzo. Il problema della temporaneità e dell'indennizzabilità della protrazione dei vincoli - per la Corte costituzionale - si pone soltanto nell'esecuzione di opere pubbliche. Il diritto all'indennizzo, inoltre - concludono i giudici - scatta per il proprietario, al superamento del primo periodo di durata temporanea del vincolo. Tempi duri per gli amministratori, soprattutto locali, che potrebbero essere chiamati a responsabilità dalla Corte dei conti per l'eventuale esborso di indennizzi causato dal superamento dei tempi di espropriazione per il completamento dei lavori di pubblica utilità.

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