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Via libera al lodo Maccanico ma è guerra

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E Berlusconi annuncia: «È ora di rivedere i codici e di riformare la giustizia, ne riparleremo nella verifica»

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Il provvedimento prevede la sospensione dei processi (ma non delle indagini) per le cinque più alte cariche dello Stato per la durata del loro mandato. Il testo ora torna alla Camera dove dovrebbe essere approvato entro il 20 o comunque in tempo per l'avvio del semestre Ue di presidenza italiana. Soddisfatta la maggioranza, l'opposizione vota contro e insiste: la misura dovrebbe avere ben altra portata con il rango costituzionale. Il testo della norma prevede che «non possono essere sottoposti a processi penali, per qualsiasi reato anche riguardante fatti antecedenti l'assunzione della carica o della funzione, fino alla cessazione delle medesime: il Presidente della Repubblica, il Presidente del Senato, il Presidente della Camera, il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Presidente della Corte Costituzionale». I senatori della Casa delle libertà hanno sottolineato la soddisfazione per una legge «rassicurante per la stabilità e il rispetto che si deve nei confronti delle alte cariche dello Stato», come ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia. Secondo il leghista Roberto Calderoli, il lodo Maccanico si è reso necessario «soprattutto per l'atteggiamento di una certa parte di magistratura che non esita a dire che bisogna impedire l'azione del ministro della Giustizia e che bisogna stanare chi non rema contro di lui, o scarcera mafiosi pluri-omicidi». E il senatore di Forza Italia Andrea Pastore ha già presentato il disegno di legge costituzionale, sul modello di quello varato dall'Europarlamento, per l'immunità dei parlamentari. Prevede la sospensione di un procedimento penale qualora lo richieda la Camera di appartenenza. Una proposta che riceva la benedizione del premier: «Il voto espresso in questi giorni dal Parlamento Europeo conferma tutto ciò, e cioè che là dove c'è un "fumus persecutionis" bisogna intervenire. Credo che questa sia la direzione di marcia da prendere, e del resto questa norma è stata pensata per garantire soprattutto i parlamentari dell'opposizione». Berlusconi annuncia anche che la giustizia farà parte della verifica della coalizione perché «è maturo il tempo per una rivisitazione dei codici e una riflessione sul riassetto dell'ordinamento giudiziario». Il centrosinistra dà comunque battaglia già sul lodo Maccanico. Oliviero Diliberto (Pdci) annuncia l'ostruzionismo alla Camera e Antonio Di Pietro è già con la testa al referendum per abolire il testo. «Sono ormai due anni che il Parlamento è paralizzato da leggi che si fanno per tutelare l'interesse e la posizione giudiziaria di due persone: non se ne può più», ha aggiunto Francesco Rutelli (Margherita). Per Massimo D'Alema, presidente dei Ds, si tratta di «una prepotenza e una forzatura sul piano del metodo e della costituzionalità». Quindi l'appello di Pera. La seconda carica dello Stato si è rammaricato che nella discussione sulla giustizia siano ancora tirate in ballo questioni di carattere personale e politico, come gli attacchi a Scalfaro. E si è augurato che la questione delle guarentigie per le alte cariche dello stato, che poteva essere trattata «in modo spassionato, laico», sia oggetto in futuro come un'iniziativa congiunta di maggioranza e opposizione.

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