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Rush finale in Friuli, caccia all'ultimo voto

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Cdl e Ulivo appaiati. Il centrodestra punta sulla leghista Guerra, il centrosinistra sull'industriale Illy

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Solo ieri è stata la volta di Rutelli, D'Alema, Bertinotti, Matteoli, D'Antoni ed Enrico Letta. Oggi tocca a Berlusconi, Fini, Bossi, Mastella: bastano questi nomi per capire che domenica e lunedì, in Friuli-Venezia Giulia, non saranno delle semplici elezioni regionali. Alle urne, per la scelta del presidente della Giunta e il rinnovo del Consiglio Regionale, sono chiamati poco più di un milione di elettori ma, benchè così limitato nelle dimensioni, il loro voto, a 15 giorni dalle elezioni amministrative dello scorso 25 maggio e a ridosso della verifica chiesta da An nella maggioranza, ha tutto il sapore di un vero e proprio banco di prova per entrambi i poli. Le elezioni del Friuli-Venezia Giulia, infatti, saranno un test chiave per la Casa delle Libertà, che dalle urne dell'estremo Nordest d'Italia s'aspetta una vittoria in grado di ripagarla degli esiti finora non esaltanti delle amministrative. Una vittoria che ridia slancio e visibilità a tutti i partiti della coalizione (a cominciare da An, amareggiata per i risultati della provincia di Roma); che ricompatti l'alleanza in vista dell'eventuale verifica e faccia dimenticare le tensioni che in Friuli hanno sconquassato Forza Italia. Berlusconi ostenta ottimismo: »ci sono le condizioni per vincere». Solo le urne potranno dire se la scelta della leghista Alessandra Guerra, al posto del presidente della Regione in carica, il forzista Tondo sarà vincente: per Guerra, naturalmente, ma anche per la Lega (che al momento non ha una sola presidenza regionale); per l'asse Bossi-Tremonti (fortissimi sostenitori di Guerra, con il ministro dell'Economia puntualmente presente ogni giovedì in Friuli-Venezia Giulia). Ma sarà un test cruciale anche per il Centrosinistra: intanto, per capire se veramente il vento dell'elettorato e la rotta dell'Italia stanno cambiando. In secondo luogo, per verificare quanto solida e vincente è l'alleanza (che in Friuli-Venezia Giulia l'Ulivo è riuscito a siglare) con Rifondazione Comunista e Di Pietro. Bertinotti ammonisce: una vittoria del centrosinistra può inserirsi nel contesto dell'attuale calo di consenso al governo Berlusconi, ma «è difficile» che una sconfitta del centrodestra a Udine e Trieste «possa portare a una crisi di Governo». Sulla stessa lunghezza d'onda si è ritrovato il Presidente dei Ds, Massimo D'Alema che, a Trieste, ha spiegato che le elezioni regionali «non sono un sondaggio sul governo nazionale. F. D. O.

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