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di STEFANIA MORDEGLIA «RATIFICANDO l'accordo di Farnborough abbiamo messo l'industria ...

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Il sottosegretario alla Difesa, Filippo Berselli, difende il via libero definitivo della Camera alla ratifica dell'accordo di Farnborough (sottoscritto nel 2000 da Gran Bretagna, Germania, Spagna, Svezia, Francia, Italia) per la ristrutturazione dell'industria europea della difesa, che insieme modifica la legge 185 del '90 sul commercio delle armi. Un'approvazione che ha fatto insorgere la sinistra, di fatto spaccata dal voto: la Margherita si è astenuta, l'ex ministro della Difesa, Mattarella, a titolo personale ha votato a favore. Il resto dello schieramento l'ha bocciata, lo Sdi ha votato a favore. I sì sono stati 222, i no 115, 20 gli astenuti. L'opposizione sostiene che questa legge darà nuovamente il via libera alle «triangolazioni», la cessione di armi a Paesi terzi. Come si difende da questa accusa, onorevole Berselli? «Ma quali triangolazioni. È incomprensibile questa opposizione preconcetta e strumentale. Noi ci siamo limitati a portare avanti ciò che era stato iniziato da D'Alema. L'accordo di Farnborough è stato infatti sottoscritto dal suo governo, che ha reso ancora più necessaria la modifica della legge 185 del '90. Noi abbiamo lasciato inalterato l'impianto della legge, rendendolo solo compatibile con le nuove esigenze delle industrie. Insomma, non abbiamo fatto altro di quello che avrebbe fatto la sinistra se avesse vinto le elezioni. E siamo stati molto aperti, accogliendo ogni emendamento e ordine del giorno, anche quelli impegnativi». Quale novità da voi introdotta è particolarmente contestata? «Nel testo originale era prevista genericamente l'impossibilità di esportare armi nei Paesi responsabili di "violazioni" dei diritti umani. Noi abbiamo modificato in "gravi violazioni", identificando organismi sovranazionali che devono accertare queste violazioni: Onu, Ue e Consiglio d'Europa. Individuando chi deve far valere le regole di democrazia e rispetto dei diritti umani, la norma può facilmente essere attuata». La sinistra si è comunque spaccata in aula. «Sono andati in ordine sparso. Mentre i Ds erano favorevoli alla ratifica dell'accordo, ma non a modificare la legge 185, Rifondazione era contraria in entrambi i casi». I Ds, il Prc e i Verdi hanno invitato alla disobbedienza fiscale alle spese militari, ipotizzando anche un referendum. Che cosa ne pensa? «Buon divertimento. La nostra è una buona legge. L'accordo di Farnborough è stato finalmente ratificato, anche se con due anni di ritardo». Anche la Cgil è scesa in campo, invitando i deputati a votare contro. «La Cgil farebbe bene ad occuparsi di questioni sindacali e non di politica, come invece sta facendo da un po' di tempo. Dovrebbe semmai pensare ai 50 mila addetti a cui l'industria per la difesa dà lavoro. Non possiamo solo occuparci dei dipendenti della Fiat di Termini Imerese ed ignorare quelli delle altre industrie. Anche loro hanno diritto ad essere tutelati».

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