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Contratti, la prossima settimana sarà decisiva per i parastatali

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L'incontro di ieri tra le parti non è stato infatti risolutivo, lamentano i sindacati, e se l'11 giugno, data della prossima convocazione all'Aran, non si arriverà a una svolta, il parastato potrebbe confluire nello sciopero del pubblico impiego del prossimo 27 giugno. Per sbloccare la situazione è determinante l'intervento del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «L'Aran ha fatto qualche passo avanti, ha offerto un euro in più di aumento rispetto alla volta precedente, ma la disponibilità non è ancora sufficiente - afferma Alfredo Garzi della Cgil -. La prossima settimana bisognerà arrivare a una proposta risolutiva perché, continuando a trattare a spizzichi e bocconi, non si va da nessuna parte e non siamo in grado di fare una valutazione». Se non si chiude la prossima settimana il parastato, continua la Cgil, potrebbe dunque partecipare allo sciopero del pubblico impiego del 27 giugno. Altrettanto critica la posizione della Uil. La riunione all'Aran è stata «interlocutoria e insoddisfacente» per il segretario generale della Uil-Funzione pubblica, Salvatore Bosco. L'offerta di un aumento medio pro capite di 127 euro presentata dall'Agenzia, sottolinea Bosco, «non è infatti idonea a garantire appieno il recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni e per questo non l'abbiamo accettata». Decisiva sarà dunque la riunione della prossima settimana. «Per allora - continua il sindacalista - vogliamo che l'Aran presenti una bozza di intesa complessiva. Così giudicheremo se ci sono le condizioni per chiudere o se trascinare anche il parastato nello sciopero del 27». Più morbida, invece, la posizione di Rino Tarelli, segretario generale della Fps-Cisl. «C'è stata una nuova disponibilità reciproca che registro come fatto positivo - afferma -. Continueremo ad approfondire i temi sul tavolo fino alla prossima settimana, quando apriremo una no-stop per arrivare il più rapidamente possibile a una soluzione». Per ora, continua Tarelli, la trattativa rimane ancora «aperta e complessa», anche se lasciano ben sperare le posizioni emerse nell'incontro di ieri, che «non sono collimanti, ma nemmeno agli antipodi». Interessati al rinnovo contrattuale sono circa 60 mila dipendenti dell'Inps, dell'Inail, dell'Inpdap, dell'Ipost, degli Ordini professionali, degli Enti Parco, dell'Aci e le rispettive strutture provinciali.

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