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MILANO — È una stretta di mano, quella tra Ferruccio de Bortoli e Stefano Folli, a dare forse l'immagine ...

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Una stretta di mano avvenuta intorno alle 18 di questo pomeriggio, subito dopo il discorso con cui De Bortoli, dopo sei anni di direzione del Corriere della Sera, ha salutato la sua redazione in un incontro non privo di commozione. Un incontro che, come i componenti del Cdr del Corsera hanno poi riferito, De Bortoli ha tenuto restasse un fatto interno, ma il cui contenuto non poteva non trapelare in qualche modo, proprio per la forte componente emotiva che lo ha caratterizzato. Così, in una sala Albertini affollatissima, De Bortoli ha ribadito ai colleghi che la decisione di lasciare la direzione è frutto esclusivamente di motivazioni personali, che niente hanno a che fare con pressioni del mondo politico o di quello economico, ma ha anche detto che le pressioni esistono, esistono ora come sono sempre esistite, con questo governo e con quelli che l'hanno preceduto, come quello D'Alema. I media liberi - avrebbe sottolineato De Bortoli - danno sempre più fastidio. Ai colleghi, De Bortoli ha anche rivolto un appello ad accogliere Stefano Folli a braccia aperte, ricordando che il direttore designato «è uno di noi, uno del Corriere della Sera». Ferruccio De Bortoli firmerà ancora per qualche giorno: lunedì Folli presenterà il suo programma editoriale che passerà alla valutazione della redazione. Intanto lo sciopero di venerdì prossimo si sta sgonfiando. Allo stesso Corriere sono in molti a pensare che sia «sbagliato» e dopo Stampa Romana anche la Stampa Subalpina e Stampa democratica (Sd), componente di minoranza della Fnsi ritengono che lo sciopero proclamato dalla Fnsi sia stato scelto in «un momento sbagliato» per via delle elezioni e chiedono un rinvio. La Giunta della Federazione nazionale della stampa è convocata comunque per oggi alle 17.

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