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La Lega: «Torneremo a colpire uniti»

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Il partito di Bossi appoggerà la corsa di Viviana Beccalossi a Brescia e di Enrico Hullwek a Vicenza

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La Lega canta vittoria per i risultati raggiunti nelle città del Nord anche in quelle come Brescia dove, a costo di minare l'unità del Polo, ha deciso di correre da sola.Promettendo comunque ai ballottaggi di far convergere i voti sul candidato del centro-destra. A Brescia, Sondrio, Treviso e Vicenza gli esiti sono giudicati soddisfacenti da Roberto Calderoli, vice-presidente del Senato che ha parlato di «risultati buoni sia in Veneto che in Lombardia. L'obiettivo di marciare divisi per colpire poi uniti - ha aggiunto - ha funzionato. A Brescia siamo riusciti a impedire la vittoria al rimo turno al candidato dell'Ulivo Paolo Corsini. Ora al ballottaggio, unendo le forze ce la giochiamo tutta». I dubbi per la corsa solitaria della Lega sono però tornati ad affiorare nello schieramento del centrodestra, dove si è osservato che a Brescia i voti andati a Cesare Galli se uniti a quelli di Viviana Beccalossi che correva sotto le bandiere della Casa della Libertà avrebbero consentito la vittoria del centro-destra. Al 32% della Beccalossi si sarebbe aggiunto il 17% di Galli arrivando a sfiorare il quorum del 50%. Analogo discorso a Vicenza dove Stefano Stefani sottraendo a Enrico Hullweck di Forza Italia circa l'8% dei consensi lo ha costretto al ballottaggio malgrado l'Ulivo abbia superato di poco il 30%. Dubbi che Calderoli respinge così. «Abbiamo sempre sostenuto che al primo turno saremmo andati da soli propri per far scegliere all'elettorato chi dovesse rappresentare il centro-destra al ballottaggio. Dove la coalizione si sarebbe necessariamente ricomposta». Analisi smentita però dall'andamento di Sondrio, dove la candidata comune del Polo, Bianca Bianchini, ha sbaragliato la rappresentante dell'Ulivo, riconquistando la guida della città già al primo turno. Discorso a parte a Treviso, dove il centrodestra si è diviso in tre tronconi e il candidato leghista sostenuto dal sindaco uscente, Giancarlo Gentilini, ha fiorato il 47%, lasciando al 35% la candidata dell'Ulivo. Ma più in generale per la Lega sono state premiate le scelte politiche fatte in questi anni di Governo. «Se corri per gestire il potere - ha spiegato Calderoli - l'elettore ti punisce, se rispetti i patti elettorali vinci. Evidentemente la politica del Nord paga». E in quest'ottica non è mancata una stoccata a settori del Polo come Udc e An. «Noi siamo buoni con tutti, il centro e il sud del Paese non ci interessano». Dichiarazione cui ha distanza ha risposto il presidente della Regione Lazio Francesco Storace che ha messo in conto alla Lega la sconfitta alla provincia di Roma. «Al di là di ogni altra considerazione certo non si può dire che a Roma ci sia gratitudine per il ministro Bossi». «I primi dati ci rincuorano e se la Lega si fosse alleata con noi fin dal primo turno oggi in Veneto non ci sarebbe stata storia, avremmo festeggiato già stasera conquistando subito tutti i 36 Comuni, tranne i due storicamente della sinistra, Mirano e Martellago». Questo il primo commento del coordinatore veneto di Forza Italia Giorgio Carollo ai primi dati delle elezioni amministraive in Veneto. Carollo si è detto, al momento, «soddisfatto» e ha sottolineato che la Casa delle libertà ha dimostrato un «buon recupero» anche nel provincia scaligera, dopo «l'incidente di percorso» - così lo ha definito - che lo scorso anno costò al centrodestra il Comune di Verona. E, infine, la curiosità. Ponte di Legno, «residenza estiva» di Umberto Bossi, ha un nuovo sindaco, che con il senatur però non ha niente a che fare. Almeno così dicono. Nel piccolo comune del bresciano si sono infatti presentate alle elezioni tre liste civiche, rigorosamente apartitiche: «Dalignesi a favore», «Ponte Tonale» e «Per Ponte, fatti non parole». A trionfare, con il 52,1% dei voti, è stato Giuseppe Mario Bezzi, di «Dalignesi a favore».

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