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Gennaro: «Legittime le ispezioni a Milano»

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Così l'ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Gennaro, commentando le polemiche di questi giorni. Gennaro ha poi detto: «Se dobbiamo cercare Provenzano dobbiamo farlo con strumenti sofisticati che sono in mano a privati e sottostanno alle leggi del mercato. Questi strumenti li acquistiamo o no? O lo fa lo Stato, oppure è inutile mandare ispezioni fiscali nelle Procure». Rispondendo ad una domanda di uno studente su come il governo intende combattere la mafia senza rispettare la magistratura Gennaro ha detto: «Quando si accusa la magistratura di fare un uso politico della giustizia (anche se si dice che solo una piccola parte è coinvolta in quest'accusa) il cittadino recepisce il messaggio coinvolgendo tutta la magistratura in un giudizio di disvalore. Nessun altro Paese ha un'istituzione fondamentale, come la giustizia, oggetto di attacchi così reiterati». «Sono ispezioni non solo legittime ma anche opportune, ma ci sono modi e tempi per farle», ha invece aggiunto Edmondo Bruti Liberati, attuale presidente dell'Anm, anche lui commentando le ispezioni effettuate a Milano. «Quelle che trovo sbalorditive - ha continuato - sono le dichiarazioni del ministro della Giustizia Roberto Castelli, il quale prima che si siano concluse le indagini mette su una polemica per la parcella pagata per una perizia». Attacca invece il procuratore capo di Palermo Pietro Grasso: «Ci invitano al dialogo, ma con chi dobbiamo dialogare sulla giustizia? Con coloro che gridano al complotto ogni volta che c'è una sentenza non gradita?». «Con chi dobbiamo dialogare - ha sottolineato ancora Grasso - con coloro che aggrediscono adesso anche i giudici e non soltanto i pm? O con coloro che intravvedono fantasmi di attentati della stabilità di governo?». Il vicepresidente del Csm Vittorio Rognoni ha ricordato: «Ci siamo espressi per una distinzione delle funzioni, ma pm e giudice devono stare all'interno della stessa cultura di giurisdizione». E ha aggiunto: «Occorre abbassare i toni, ma anche trovare una convergenza nel lavoro delle istituzioni, non si può andare avanti con continue risse, bisogna tornare a una diffusa pacatezza, la raccomando direttamente ai magistrati».

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