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Cicchitto: inquietante comportamento delle autorità elvetiche. Miccichè: in Italia accadute cose simili

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Per Fini bisogna accertare in tempi brevi l'attendibilità della denuncia del consulente che ha parlato di tangenti Telekom Serbia resta una vicenda da chiarire

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A chiederlo è Gianfranco Fini. Dopo l'arresto in Svizzera del testimone che ha parlato delle presunte tangenti pagate a Prodi, Fassino e Dini, il vice premier ha invitato ad «accertare l'attendibilità della denuncia e la verità complessiva» di questa torbida vicenda. «Quella di Telekom-Serbia è una vicenda con aspetti ancora da chiarire e, non a caso, si è costituita una commissione - ha stigmatizzato Fini -. E quindi non capisco, se non in modo strumentale le polemiche dell'opposizione, perché la rogatoria avrebbe comportato tempi molto più lunghi». Il vicepremier ha quindi auspicato «che venga accertata l'attendibilità di quella denuncia e la verità complessiva sulla vicenda in tempi rapidi». «Perché di veleni ulteriori non ne vedo la necessità - ha avvertito il vice premier -. Inoltre c'è il rischio che la pubblica opinione non comprenda più una politica di questo genere, fatta di una lotta al coltello, di una sorta di corpo a corpo quotidiano». Sul caso Telekom-Serbia non sono mancate altre reazioni. «Il comportamento delle autorità giudiziarie svizzere - ha affermato Fabrizio Cicchitto, vicepresidente del gruppo di FI alla Camera - è molto inquietante perché, al di là di aspetti formali, presenta tutti i classici meccanismi dell'insabbiamento». «Non sappiamo se Medil abbia colpito ancora - ha proseguito. - In ogni caso vediamo che evidentemente la legge sulle rogatorie non è così malvagia se è stata invocata in questa vicenda da autorevoli esponenti della sinistra». «Quel che è successo in Svizzera mi sembra perfettamente speculare a ciò che è accaduto altre volte in Italia: se uno è in galera e accusa Berlusconi, esce; se uno è fuori dalla galera e accusa Prodi, entra». Il viceministro per l'Economia, Gianfranco Miccichè, ha così commentando l'arresto di Igor Marini. «Per parlare di un "giallo giudiziario" di attualità si vede ora quanto sarebbe stato urgente ed utile avere subito le carte di cui ha parlato il teste Igor Marini alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla Telekom Serbia» ha affermato Gustavo Selva. «Una sola previsione è certa: per settimane e forse per mesi durante questa attesa delle carte ci sguazzeranno i procacciatori di invenzioni» ha aggiunto. Da parte sua, Antonio Di Pietro ha invitato a distinguere le «questioni giudiziarie» legate all'affaire Telekom-Serbia, «sulle quali ritengo i partiti non debbano esprimersi», in attesa che «facciano luce i processi», dai «veleni» che stanno accompagnando il lavoro della commissione di inchiesta». Ha quindi aggiunto: «La mia vicenda personale, quando svolgevo ancora l'inchiesta Mani pulite, è speculare: sono stato fermato, accusato da una marea di falsità».

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