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Vittorio Emanuele da Ciampi

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A quanto si apprende, mentre era in corso la visita in Lombardia, il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha ricevuto una lettera del principe Vittorio Emanuele di Savoia che, in occasione della sua prossima visita a Roma, ha chiesto di incontrarlo. Il presidente Ciampi ha immediatamente accolto la richiesta per venerdì 16 maggio. Dopo il blitz di Natale in Vaticano e la visita ufficiale del 15 marzo scorso a Napoli, Vittorio Emanuele farà quindi finalmente una fondamentale tappa a Roma. Al di là dell'importanza storica e simbolica dell'avvenimento, nella capitale l'aristocrazia è già in fermento. Ma prima di fermarsi qualche giorno all'ombra del Campidoglio, il figlio di Umberto si recherà anche in visita all'Abbazia di Montecassino, un desiderio che coltiva da tempo e, subito dopo, renderà omaggio al Sacrario dei Caduti di Montelungo. Il 14 la data scelta. Il grande giorno dedicato ai monarchici romani, invece, sarà il 17 maggio. Due gli appuntamenti clou. Il primo alle 9 del mattino, quando il principe deporrà una corona d'alloro all'Altare della Patria, con le guardie d'Onore schierate, e alle 15, quando al Pantheon renderà omaggio alle tombe reali e parteciperà alla messa in commemorazione degli avi defunti. Seguirà una cena blindatissima: il luogo in cui si terrà per ora è assolutamente top secret. Per la specialissima e tanto attesa occasione, Ugo d'Atri, neo presidente dell'Istituto Nazionale per La Guardia d'onore alle reali tombe del Pantheon, ha diramato una direttiva ai «suoi uomini» e ha invitato i fedeli di Casa Savoia , che saranno presenti ai due eventi a parteciparvi nella «misura più ampia e visibile», portando le «bandiere delle delegazioni, i mantelli, le fasce e le cravatte sociali». Segue anche l'elenco degli alberghi della capitale consigliabili per quanti arrivano da fuori, per meglio muoversi nel traffico della città. La nota chiude con l'augurio «Avanti Savoia». Vittorio Emanuele di Savoia era un bambino di soli 9 anni quando uscì dal portone del Palazzo del Quirinale, oggi residenza del Presidente della Repubblica, per partire per il suo lungo esilio. Varcando la soglia di quella che era la residenza della sua reale famiglia, oltre mezzo secolo fa, il piccolo principe ebbe un attimo di paura e fece per coprirsi il volto sotto la spalla della sua istitutrice. «No, Altezza. Dal Quirinale si esce a testa alta» gli disse l'austera signora. Vittorio Emanuele partì da Roma, diretto a Napoli da dove lasciò l'Italia. Non sapeva allora che non avrebbe rivisto il suo paese e la sua città natale per oltre mezzo secolo. Il piccolo principe partì insieme alla mamma, la regina Maria Josè, le sorelle Maria Gabriella, Maria Pia e Maria Beatrice, per quello che sarebbe stato un lunghissimo esilio. Erano le 5,45 del 6 giugno del 1946 quando a bordo della nave «Duca degli Abruzzi» il figlio di Umberto lasciò Napoli, dove il 12 febbraio del '37 era nato, in direzione del Portogallo. A spiegare a lui e alle sorelle quello che stava succedendo era stata il giorno prima la sua insegnante montessoriana, la signora Paolini, perché la sovrana sconvolta aveva cercato di rassicurare i bambini parlando loro di una vacanza. «Io invece mi permisi - ebbe molto dopo a raccontare l'istitutrice dei principi - di dire ai più piccoli, Maria Pia e Vittorio, la verità, tanto avevano capito che si andava via per sempre... Vittorio era un bambino molto sensibile, come la madre».

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