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IL PRESIDENTE DELLA CONFAPI, RADICE

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«La risposta al referendum è: non votare»

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Comunque vada a finire, avrà solo effetti negativi. È mal congeniato, non tiene conto delle diverse realtà del mondo del lavoro». Roberto Maria Radice, presidente della Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria) boccia in pieno il referendum sull'articolo 18. Quale messaggio inviate agli elettori? «Non andate alle urne. La posizione della Confapi si avvicina a quella di molte parti del centrosinistra, della sinistra moderata, del mondo sindacale Cisl e Uil e di alcuni uomini del governo. Da quella parte è prevalso il senso di responsabilità. Il referendum è frutto di lotte interne fra i promotori, battaglie fatte per spiazzarsi». L'art. 18 è un problema davvero così importante per l'Italia? «Si tratta di una falsa battaglia. Rappresenta situazioni minimali nel mondo delle piccole imprese. Credo che in questo Paese ci siano questioni ben più importanti da risolvere. E si è imboccata la strada giusta dopo aver sottoscritto il patto per l'Italia. Ma il referendum ha ancora senso? «Il referendum è in declino. Pannella ha un po' esagerato, proponendo anche domande di difficile interpretazione, che potevano indurre a votare sbagliato. Si potrebbe attualizzare trovando altre formule. Il referendum dev'essere comunque uno strumento da usare con grande saggezza e attenzione». St. Mor.

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