Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Sinistra in fuga dal referendum per l'articolo 18

default_image

  • a
  • a
  • a

Tanto che Pecoraro Scanio (Verdi) non vuole neppure che si convochi l'assemblea dell'Ulivo (proposta da Enrico Letta) per discuterne: «Servirebbe solo per sancire le divisioni». La Margherita e la Cisl puntano a far fallire l'iniziativa promossa da Rifondazione comunista e sostenuta dal Pdci e appunto dai Verdi. La Uil si sfila, il segretario Angeletti annuncia che il sindacato si esprimerà per l'astensione. In panne Ds e Cgil, che potrebbero decidere di non decidere: lasceranno con ogni probabilità libertà di coscienza ai propri iscritti. Neanche la Cdl ha deciso, ma sembra orientata per il no. Intanto Volontè (Udc) e il viceministro Urso (An) apprezzano il passo avanti compiuti dai moderati del centrosinistra che hanno detto di voler «sconfiggere il referendum». Clemente Mastella (Udeur) chiede che nei prossimi giorni si tenga un vertice dell'Ulivo per ufficializzare il no al referendum sull'art. 18, che si terrà il 15 giugno. E oggi se ne parlerà anche nella riunione della segreteria dei Ds. A quanto pare Piero Fassino per evitare una netta spaccatura (il Correntone preme per il sì mentre il resto del partito è per il no) potrebbe decidere di non decidere lasciando libertà di voto. Oppure invitare a votare scheda bianca o ad astenersi. Ma quest'ultima ipotesi non riscuoterebbe molti consensi all'interno del partito perché il non voto potrebbe danneggiare l'immagine della sinistra. La decisione della segreteria diessina potrebbe avere ripercussioni anche nei rapporti con Sergio Cofferati. Il presidente di «Aprile», infatti, sarebbe orientato per la libertà di voto e giudica negativamente il referendum perchè, ha sostenuto, finirebbe «per dividere ciò che nel corso di questi anni con tanta fatica abbiamo unificato». Cofferati farà conoscere il suo giudizio definitivo soltanto dopo che la Cgil si sarà pronunciata ufficialmente. Il Correntone Ds, intanto, preme affinché il partito della Quercia, l'intero Ulivo e lo stesso Cofferati si schierino con Prc ed i promotori del referendum. Anche il segretario di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti invita l'Ulivo ad «uscire fuori dall'ambiguità». E si dice convinto che se la Cgil confermerà il suo sostegno al referendum per l'estensione dell'art. 18, la vittoria del sì sarà possibile. La Cisl, invece, come ha confermato il segretario Savino Pezzotta, lavorerà per far fallire il referendum ritenuto un'interferenza nell'autonomia delle parti sociali, perché di questa materia «non si può appropriare la politica». La Uil, infine, è orientata verso l'astensione. Secondo il segretario Luigi Angeletti sia la vittoria dei sì che quella dei no sarebbero dannose. I no significherebbero che il problema dell'art. 18 non esiste. Ed i sì creerebbero una situazione «ingestibile».

Dai blog