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«ABBIAMO messo a punto un testo per reintrodurre l'immunità per i parlamentari e i membri del governo».

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«Quindi - precisa Gargani al termine del convegno sul processo penale organizzato ieri alla Camera dalla commissione Giustizia - non si tratta della proposta Maccanico». Ora però - precisa rispondendo alla domanda dei giornalisti - non so materialmente chi lo presenterà e in quale Camera. Noi "quattro saggi" abbiamo adempiuto al nostro compito. Ora - prosegue - tecnicamente non so come questa nostra proposta verrà formalizzata». «Per quanto mi riguarda - conclude - sono per reintrodurre l'immunità parlamentare così come era prima della riforma del '93 quando De Mita e Gerardo Bianco decisero di votare l'autorizzazione a procedere per Craxi e ci ritrovammo tutti improvvisamente in mutande...». Sull'argomento ieri il ministro della Giustizia Castelli osserva che va «ripristinato un equilibrio tra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, mentre oggi c'è uno sbilanciamento forte a favore del potere giudiziario e questo non va bene a favore della democrazia». Perciò il Guardasigilli si dice «assolutamente» d'accordo con quanto affermato dal capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia alla Camera Luigi Vitali, per cui l'immunità va ripristinata per dare autorevolezza al Parlamento. Tuttavia, insiste Castelli, la maggioranza non ha ancora deciso come tradurre concretamente in norme le sue intenzioni, perché ci sono una serie di nodi da sciogliere. Ad esempio, dopo l'abrogazione dell'immunità sancita nel 1993, «non è pensabile di ripristinare con legge ordinaria il testo abrogato». In ogni caso la Casa delle libertà non intende «farsi fermare dalle strumentalizzazioni della sinistra», che «ha fatto un cambiamento a 180 gradi», diventando «da garantista a giustizialista, con alcune venature forcaiole. Votano a favore per mettere in prigione chi maltratta gli animali e per far uscire con l'indulto chi ha maltrattato gli uomini. Vogliono che qualche politico sia assolutamente condannato e arrestato e chi è detenuto deve uscire. Così facendo si crea grandissima confusione e il cittadino non capisce nulla. Ragionando in questi termini - conclude Castelli riferendosi agli appelli al dialogo lanciati da ultimo oggi anche dal presidente della Camera Pier Ferdinando Casini - la strada sarà sempre in salita e il percorso accidentato».

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