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Gruber e Botteri nel mirino Gasparri: migliori degli altri

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Sono le dive della teleguerra Lilly Gruber e Giovanna Botteri, uniche inviate Rai rimaste a Baghdad, accusate di protagonismo e di fornire informazioni parziali o troppo filo-irachene. L'attacco è arrivato, ma non a ciel sereno, perché da giorni si parlava di come facevano ad informarsi gli inviati di guerra che quasi 24 su 24 sono in collegamento con la Tv italiana. «Dall'epurazione subita - ad opera di Saddam - dai giornalisti della Cnn, della Fox e persino di Al Jazeera c'è da chiedersi come mai solo la Gruber e la Botteri si siano salvate», si è chiesto ieri il senatore di An Ettore Bucciero, che poi aggiunge: «Delle due l'una: o hanno corrotto il Ministro dell'Informazione (e c'è da chiedersi con quali mezzi e fonti), oppure fanno un'informazione gradita al regime del pluriassassino, mostrando esclusivamente i danni causati da qualche bomba poco intelligente o sbadata». Le forti critiche di Bucciero sono come una bomba per i fan di Gruber e Botteri. A difendere le inviate si muovono in tanti: il direttore del Tg1 Clemente Mimun, Gloria Buffo dei Ds, il segretario dell'Usigrai, Roberto Natale, il Cdr del Tg3, del Tg1 e del Tg2 e politici come Marco Follini dell'Udc e Alessio Butti di An. Alla fine anche il ministro Gasparri: per lui la Rai ha surclassato la concorrenza nei servizi sulla guerra in Iraq. Non ci sono paragoni possibili. «Per ragioni di lavoro - ha detto Gasparri - vedo la televisione quando posso. In Iraq ci sono tanti inviati, c'è stata una grande capacità del servizio pubblico per garantire la presenza degli inviati e soprattutto, direi, delle inviate, nei contesti più rischiosi e difficili. Non ho una visione completa dei telegiornali. Devo solo apprezzare la presenza sul territorio. In questo, la Rai ha surclassato la concorrenza. Quindi si dimostra la centralità del servizio pubblico che proprio in queste occasioni dimostra di essere qualcosa un pò diverso e di più di altri». Giu.Cer.

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