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FRANCO Frattini, romano, 46 anni appena compiuti, magistrato, è un ministro degli Esteri che non ama ...

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Il ruolo dell'Italia nella guerra all'Iraq e l'imminente semestre italiano di presidenza della Unione Europea sono i due dossier più importanti. L'Italia è un paese in guerra? «L'Italia certamente no. Noi vogliamo la pace e rispettiamo i nostri impegni internazionali». L'Italia ce l'ha con gli iracheni? «Assolutamente no. Noi ce l'abbiamo semmai con Saddam Hussein, un dittatore sanguinario che ha ucciso con le armi chimiche i bambini iracheni». Una parte della sinistra, diessina e comunista, sostiene che Bush e Saddam siano la stessa cosa, perché entrambi assassini. «E' un'oscenità. Saddam Hussein ha violato tutte le regole del diritto internazionale, a partire dalla regola più profonda: ha usato le armi contro il suo popolo e ha ridotto alla fame la sua gente. Bush è invece il Presidente di uno Stato che ha portato e porta al mondo la libertà». Ha detto il calciatore Gianluca Vialli: senza l'America, oggi in Europa si parlerebbe solo il tedesco. «Non c'è dubbio. Ci sono migliaia di ragazzi americani che hanno dato la loro vita per liberarci dal nazismo. All'epoca io non ero ancora nato, ma questo dato è ben impresso nella mia mente e tutti gli italiani devono sempre ricordarlo». Questa guerra ha o no una sua legittimità? «Ce l'ha, perché non bisogna dimenticare che negli ultimi dodici anni Saddam Hussein ha violato ben sedici risoluzioni dell'Onu, facendosi beffa del consesso internazionale. Nell'ultima risoluzione, la numero 1441, erano previste "gravi conseguenze" in caso di mancato disarmo dell'Iraq. Saddam ha rifiutato di farlo, possiede armi chimiche e di distruzione di massa. La responsabilità della crisi è sua». Nei giorni scorsi circa mille paracadutisti americani sono partiti per il Kurdistan da una base americana sul territorio italiano. Dice il diessino Luciano Violante: è un atto di co-belligeranza. «L'opposizione sa usare solo questi argomenti. Cosa avremmo dovuto fare? Non farli partire? Arrestarli e metterli in prigione? Siamo seri, per favore. Il Parlamento italiano ha votato per autorizzare l'uso delle basi, questi paracadutisti sono partiti e sono andati a presidiare degli aeroporti, in una zona dove non esistono operazioni di guerraà Il governo risponderà in Parlamento la settimana prossima. Noi, non abbiamo nulla da nascondere». Le manifestazioni per la pace di questi giorni aiutano la pace o aiutano Saddam Hussein? «Certamente non hanno aiutato a disarmare l'Iraq, perché vedendo quelle manifestazioni Saddam non l'ha fatto. Io amo la pace, come tutte le persone di buon senso in questo mondo. Ma in quelle manifestazioni avrei voluto vedere anche qualche cartello o qualche striscione dov'era scritto che Saddam Hussein è un dittatore assassino». Perché la sinistra in tutti questi 35 anni di dittatura in Iraq non ha mai promosso una sola manifestazione contro Saddam Hussein? «Bisognerebbe chiederlo alla sinistra, dove qualcuno arriva anche a dire che Saddam e Bush sono la stessa cosa. Io ho grande rispetto per le manifestazioni, per i giovani che vi partecipano. Ma mi offende che queste manifestazioni siano strumentalizzate da chi pensa di racimolare qualche voto alle elezioni. Non bisogna strumentalizzare la pace, che è un altissimo sentimento che vive in ognuno di noi. Non possiamo usarlo a bassi fini politici, per fare manifesti con il faccione del candidato e accanto i colori dell'arcobaleno. Anch'io dico 'viva la pace', ma non vado a cercar voti in questo modo». Il Presidente del Senato, Marcello Pera, da settimane ripete la sua preoccupazione per una nuova ondata di antiamericanismo. «Ha perfettamente ragione. L'antiamericanismo pervade molti atteggiamenti dell'opposizione. Ricordo che vent'anni fa c'erano manifestazioni per cancellare le basi americane, per rifiutar

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