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Ciampi prende atto ma mette 4 paletti

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Concordati i sei punti cardinali della posizione italiana poi illustrati alle Camere

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Subito dopo, questi stessi punti sono stati sottoposti al Consiglio Supremo di Difesa (che ne ha preso atto) e un'ora dopo sono stati illustrati da Silvio Berlusconi al Parlamento. È stato così realizzato il raccordo fra la volontà del governo di esprimere un sostegno concreto e visibile alle operazioni anglo-americane contro Baghdad e i richiami del Quirinale, dell'opposizione e di alcune forze politiche di maggioranza (soprattutto l'Udc), a muoversi nel rigoroso rispetto delle norme della Costituzione, che non consentono la partecipazione a operazioni militari non autorizzati dall'Onu o dalla Nato. Per quanto attiene quest'ultimo aspetto, si può dire che Ciampi è riuscito a inserire quattro paletti. Inoltre il Consiglio di Difesa ha sottolineato che in materie come questa, che non comportano ciò una legge o un atto normativo da promulgare, «le valutazioni di carattere politico e costituzionale competono al Parlamento» e non anche al Quirinale. Inoltre il Consiglio ha respinto indirettamente le richieste di quanti, da Francesco Cossiga a Fausto Bertinotti, ritengono che la concessione del sorvolo e delle basi sia incostituzionale e in questi giorni, si sono perciò rivolti a Ciampi per chiedergli di impedirlo con un comportamento attivo. «Nel corso della discussione - si legge nel comunicato - è stato unanimemente riconosciuto che, stante il carattere fondamentalmente parlamentare dell'ordinamento disegnato dalla nostra Costituzione, la determinazione dell'indirizzo politico, compreso l'impiego delle Forze Armate e delle loro strutture, spetta al Governo e al Parlamento collegati tra loro dal rapporto di fiducia, anche per quanto riguarda i profili costituzionali». Ieri l'altro, dopo l'ultimatum di Bush a Saddam Hussein, Ciampi ha chiesto e ottenuto che fosse attivato questo iter decisionale che passa per il Colle e che non sembrava per niente scontato. Il coinvolgimento del capo dello Stato è avvenuto con la convocazione straordinaria del Consiglio di Difesa. Così ieri il premier, poco dopo le dieci, al termine della riunione del consiglio dei ministri si è recato al Quirinale. Ha trovato ad accoglierlo Carlo Azeglio Ciampi al quale ha illustrato le deliberazioni appena adottate dal governo. Il presidente della Repubblica, si ha ragione di credere, ha proposto una stesura chiara e circostanziata del testo del comunicato ufficiale da diramare e che, probabilmente, era già stato elaborato in bozza insieme a Palazzo Chigi. Lo fa pensare innanzitutto la tempistica stretta con cui è stato diramato il comunicato ufficiale che dà conto nero su bianco dei sei punti chiave, diffuso poco prima che Berlusconi prendesse la parola a Montecitorio; lo conferma una sommaria ricostruzione dei lavori del Consiglio basata su informazioni apprese da alcuni suoi componenti. Secondo questa versione, dopo venti minuti di colloquio, alle 10,30, Ciampi e Berlusconi hanno raggiunto insieme la Sala del Bronzino e, unendosi agli altri componenti del Consiglio Supremo di Difesa, che li attendevano, si sono trasferiti nell'adiacente Salone degli Arazzi per prendere posto attorno al grande tavolo rotondo e dare inizio alla riunione.

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