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CONFARTIGIANATO: IL REFERENDUM È UN OLTRAGGIO ALLA DEMOCRAZIA

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Ieri il «dibattito» si è concentrato sull'emendamento presentato dal senatore di FI, Paolo Barelli, che prevede che alla fine del periodo di sperimentazione di tre anni, le aziende che superano i 15 dipendenti perchè assumono usufruendo del non computo ai fini dell'articolo 18 resteranno comunque al di sotto di tale soglia. L'emendamento è stato criticato dal segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, che ha chiesto il rispetto del Patto per l'Italia ma anche dalla stessa maggioranza. Il primo a protestare è stato il capogruppo dell'Udc alla Camera, Luca Volontè, secondo il quale, infatti, si tratta di un «fatto grave». L'Udc infatti ritiene che «il rispetto assoluto del Patto per l'Italia anche su questa materia sia indispensabile per la credibilità dell'intera maggioranza». Gli ha fatto eco il presidente dela Commissione Lavoro di Palazzo Madama, Tomaso Zanoletti (Udc), prendendo le distanze dal testo presentato dal collega di Forza Italia: «L'emendamento - dice Zanoletti - è una sua iniziativa individuale e non è stato concordato con la maggioranza. Personalmente sono convinto che si debba rispettare in modo rigoroso il Patto per l'Italia». E anche il relatore del provvedimento, Oreste Tofani (An) smentisce di aver presentato proposte di modifica a favore del non computo: «Ribadisco il massimo rispetto che abbiamo nei confronti del Patto per l'Italia e di aver sempre agito con coerenza in linea con questo accordo sottoscritto dal Governo e dalle Parti sociali». «Non ho ancora letto l'emendamento - ha affermato invece il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi - e non capisco questa enfasi di Volontè. Se vuole - ha aggiunto con una battuta - Volontè può venire ad aiutarci in Commissione». Anche Sacconi ha poi ribadito che l'azione del governo sarà in linea con quanto stabilito nel Patto per l'Italia: «Se ci saranno richieste di modifica valuteremo - ha aggiunto - ma il testo è inequivoco». E una voce contro l'emendamento Barelli arriva anche dal sindacato: il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, si schiera infatti «contro ogni modifica che possa stravolgere il Patto per l'Italia». «Il governo - ha aggiunto - dica con chiarezza come si comporterà nei confronti di un emendamento di una parte della sua maggioranza». Infine il referendum: un secco «no» viene ribadito dal segretario generale della Confartigianato, Guido Bolaffi, secondo cui il referendum sull'articolo 18 è un «oltraggio ai principi della democrazia» e inoltre si fa su una questione che «non parla al Paese». Delle modifiche all'848-bis se ne riparla oggi alla Commissione Lavoro di Palazzo Madama.

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