Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Un fiume di profughi in caso di attacco»

default_image

  • a
  • a
  • a

Altrimenti il potere dell'importante organismo internazionale sarebbe minato. Sono convinto che Saddam debba essere privato delle armi di distruzione di massa, ma la guerra non è uno strumento per imporsi. Deve essere solo l'ultima spiaggia». Walter Schwimmer, segretario generale del Consiglio d'Europa, sottolinea la posizione dell'organismo politico che riunisce 44 Stati e ha come obiettivo principale la difesa della democrazia e dei diritti dell'uomo. Austriaco, 60 anni, del Ppe, è in visita ufficiale in Italia, dove ha incontrato i ministri Frattini, Buttiglione, Castelli, La Loggia, il sottosegretario Pescante e il presidente della Commissione Esteri del Senato, Provera. Quali misure il Consiglio d'Europa prenderà in caso di attacco? «Nel nostro statuto non esiste il capitolo difesa. Quello che a noi sta a cuore è evitare che si giunga alla guerra. Se proprio si dovesse arrivare all'attacco in Iraq, riporremmo tutte le nostre energie nell'affrontare i problemi che ne deriveranno in tema di diritti umani e di rifugiati in ambito europeo, che sicuramente ci saranno». Esistono piani concreti per affrontare la questione profughi? «Il problema in parte esiste già. La tensione in Medio Oriente e nel Golfo, infatti, sta già causando un notevole aumento di emigrati. La necessità di assistenza ai profughi aumenterà enormemente in caso di attacco. Un'apposita divisione del Consiglio d'Europa si occupa già della delicata questione. Il tema sarà trattato ad aprile in una conferenza a Malta. Il Consiglio d'Europa è inoltre favorevole alla creazione di un Osservatortio europeo sull'emigrazione». L'Italia ha sempre dovuto affrontare l'emergenza profughi, a causa della sua posizione. Non crede che bisognerebbe trovare un modo per proteggere maggiormente il Belpaese? «Da tempo l'Italia è in un ruolo di sofferenza. Per far sì che il problema immigrazione non pesi soltanto su un Paese, è importante una collaborazione molto stretta fra il territorio di origine, di transito e di destinazione». Il quale misura l'allargamento a Est dell'Ue avrà ripercussioni sul Consiglio d'Europa? «Credo che avrà ripercussioni positive, rafforzando il rapporto fra gli Stati membri. Tutti i Paesi candidati ad entrare nell'Ue fanno già parte del Consiglio d'Europa».

Dai blog