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Amministrative in Friuli, la Cdl si ricompatta

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Berlusconi: «È una candidata con i fiocchi, bisogna dare più spazio alle donne. Tondo è un saggio»

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Mi ero ritirata e pensavo che quello fosse il bene per il partito, per me e per la coalizione. Hanno scelto diversamente e ora mi porto sulle spalle il peso di questa scelta. A questo punto devo assolutamente vincere». Alessandra Guerra è raggiante. Dopo un braccio di ferro durato settimane, polemiche roventi, colpi di scena (per ultime, le dimissioni del coordinatore nazionale di FI, Roberto Antonione, in aperto scontro con Claudio Scajola), la candidata leghista alla poltrona di presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia ce l'ha fatta. Sarà lei a sfidare il candidato del centrosinistra, Riccardo Illy, alle prossime amministrative. Per l'investitura ufficiale lo stato maggiore di Forza Italia (Berlusconi, Fini, Bossi e Follini) si è ritrovato ieri pomeriggio nel Castello di Udine. Tutti hanno speso parole di elogio nei confronti della Guerra: «È una candidata con i fiocchi. E la richiesta avanzata dalla Lega di presentarla alla presidenza del Friuli-Venezia Giulia è stata corretta - ha dichiarato il presidente del Consiglio», sottolineando la necessità di dare più spazio alle donne nella coalizione: «Ci vogliono più deputatesse» ha aggiunto Berlusconi, dopo essersi congratulato con il presidente uscente di Forza Italia in Friuli, Renzo Tondo, che si è messo da parte per favorire la corsa alla giovane leghista. A Tondo, «una persona saggia, equilibrata, efficiente, efficace», Berlusconi ha comunque offerto di entrare nel governo. «La scelta di Alessandra Guerra alla guida del Friuli-Venezia Giulia è certamente credibile e vincente per molte ragioni» è stato il commento di Gianfranco Fini. Anche per il leader dell'Udc, Marco Follini, Alessandra Guerra «è la persona giusta», nonostante il metodo seguito per la sua scelta «sia stato laborioso». Trionfante, ovviamente, Umberto Bossi. Per mettere fine con una parola conciliante alle lunghe settimane di bufera Berlusconi ha detto: «La coalizione di centrodestra è altamente democratica perché dà peso alle forze alleate. La Lega non aveva la presidenza di una giunta regionale ed è parso a tutti noi giusto accettare la richiesta accorata proveniente da Bossi». Il presidente del Consiglio ha quindi sdrammatizzato le dimissioni di Antonioni: «Il vero coordinatore sono io...». Nonostante il capitolo Guerra sia stato chiuso, nella regione si sono aggiunte ieri nuove grane. La kermesse del centrodestra è stata preceduta dalle dimissioni, annunciate in mattinata e poi congelate, del sindaco di Udine, il leghista Sergio Cecotti, che mira ad una riconferma, mentre An si è messa di traverso, puntando le sue carte su un proprio uomo (Daniele Franz). In questo quadro Silvio Berlusconi non si è nascosto dietro un dito, ma ha voluto minimizzare (anche il portavoce Paolo Bonaiuti ha detto che le «cose si stanno risolvendo»). Ha parlato di «scontri fisiologici», di polemiche di normale amministrazione: «Avvengono in tutte le famiglie. Poi, però, sulle grandi scelte ci si ritrova sempre».

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