New York, Porro e la verità sulla vittoria di Mamdani: “Nessun risultato clamoroso, città rossa”
L’elezione di Zhoran Mamdani a sindaco di New York ha scatenato commenti entusiastici in tutta la sinistra mondiale. Progressista, millennial e musulmano, il 34enne democratico ha ottenuto più del 50% dei voti, superando l’ex governatore indipendente Andrew Cuomo, fermo al 41,6%, mentre il repubblicano Curtis Sliwa si è attestato su appena il 7,11%. Un risultato che molti hanno definito “storico” e “di portata clamorosa”. Ma non tutti concordano con questa lettura. A smorzare i toni è stato Nicola Porro, che nel corso della sua trasmissione Dieci minuti, in onda su Rete4, ha invitato a “guardare i numeri” per comprendere meglio la portata del voto.
Mamdani fa litigare Conte e Schlein con la super tassa: smontata la patrimoniale
“Il signor Mandami ha preso circa 1,1 milioni di voti. Guardate bene questo numero di voti. A New York votano 2 milioni di persone, 8 milioni di residenti. Allora ha vinto in maniera clamorosa perché ha preso il 50% dei consensi. Sapete che cosa bisognava fare? Bisognava fare un lavoro molto semplice, andare a vedere cosa fosse successo alle ultime elezioni presidenziali nella stessa città di New York, dove immaginiamo le cose fossero diverse. Sapete come sono andate? Kamala Harris che poi ha perso le elezioni americane, ve lo ricordate, ha preso il 70% a New York. E invece Trump che poi ha vinto in tutto il resto dell'America, a New York City ha preso il 30%. Un solo elettore su 5 a Manhattan, dove siete stati voi con i grattacieli, la zona più ricca del mondo, solo uno su 5 ha votato Trump. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che quella è una città, come definiremmo in Italia, rossa”, le parole del giornalista nella sua analisi.
Duello a distanza tra Mamdani e Trump. Il sindaco di New York accende lo scontro
Secondo Porro, dunque, il trionfo di Mamdani va letto nel contesto politico tradizionalmente progressista della metropoli americana. Non è quindi una vittoria clamorosa ma l’ennesima conferma di un orientamento consolidato. Il giornalista ha voluto così ridimensionare l’enfasi con cui molti commentatori hanno descritto l’ascesa del nuovo sindaco, ricordando come New York City da decenni voti a larghissima maggioranza per candidati liberal o di sinistra.
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