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Chiara Ferragni, ecco il "prezzo" del pandoro-gate. Scintille sull'aumento di capitale

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Le scorie del pandoro-gate pesano sulle attività di Chiara Ferragni. L'inchiesta sulla beneficenza ha provocato un crollo della popolarità social dell'influencer e imprenditrice che da re Mida della comunicazione sembra entrata in una spirale da cui non riesce a uscire. E le ripercussioni sugli affari sono notevoli.

 

Ieri è arrivato il via libera in assemblea dei soci all’aumento di capitale di Fenice, società che è titolare dei marchi della Ferragni. "Sisterhood S.r.l. informa" che "l’assemblea dei soci di Fenice S.r.l", la società di Chiara  Ferragni,  con "il voto favorevole di Sisterhood S.r.l. e di Alchimia Spa, ha deliberato, fra l’altro, la ricostituzione del capitale sociale di Fenice S.r.l., nei termini proposti dall’amministratore unico Claudio Calabi", si legge in una nota della società. "Sisterhood S.r.l. è pronta a sottoscrivere l’aumento di capitale in proporzione alla quota dalla stessa detenuta ed eventualmente anche per la parte di aumento che non fosse sottoscritta dagli altri soci, onde consentire a Fenice di proseguire con successo la propria attività", conclude la nota. Un aumento di capitale che, trapela da fonti vicine al dossier, ammonta a 6,4 milioni di euro. 

La rete - Paolo Barletta è il principale socio di Fenice, attraverso la holding di investimento di venture capital Alchimia Spa, che ha il 40%. Ferragni possiede il 32,5% attraverso la sua Sisterhood srl, mentre il restante capitale fa capo a Esuriens srl, di cui il 13,75% direttamente e il 13,75% attraverso la controllante al 100% N1 srl, che fa capo alle famiglie Barindelli e Morgese, in particolare all’imprenditore Pasquale Morgese, che detiene il 27,5%. 

 

La riunione è stata piuttosto movimentata, ricostruisce TgCom24, anche perché Morgese - contrario alla propost - ha dato battaglia "annunciando che impugnerà la decisione".  A tenere le redini dell'assemblea è stato Claudio Calabi, nominato amministratore unico di Fenice quattro mesi fa proprio per gestire la crisi. 

L'aumento di capitale permetterà a Fenice di sviluppare un nuovo piano industriale. Secondo il Corriere della sera, la società starebbe pensando di diversificare puntando su make-up, gioielleria e pelletteria in particolar modo sui mercati internazionali. 

 

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