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Magalli vuole tornare in televisione: "Cosa chiedo alla Rai"

Francesco Fredella
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Vigile urbano onorario. Doppiatore. Attore. Conduttore (per antonomasia). Una vita televisiva sempre in via Teulada, sempre in Rai. Mai, in oltre 40 anni di tv, una distrazione (che si chiama Mediaset). Giancarlo Magalli è da sempre un volto di Mamma Rai, anche se non ha un suo programma dopo molti anni a "I fatti vostri". E lui, in un'intervista fiume a "Il Corriere della Sera", parla di tutto. Compresa la Rai (e Adriana Volpe). «La parte sana dell’azienda sono quelli che ci lavorano, artisti e tecnici. Le magagne sono a viale Mazzini, con ‘sti pori dirigenti che cambiano di continuo. Arrivano che non sanno dove mettere le mani, appena imparano, li levano», tuona Magalli. Una vita sempre in prima linea, davanti alle telecamere.

 

 

 

A scuola con Mario Draghi, nei villaggi turistici scopre Fiorello. Gli spettacoli in collegio con Verdone ("imitava tutti", dice Magalli) e De Sica. In tv arriva per caso: amore a prima vita. Un amore lunghissimo. L'amicizia con Arbore, Gianni Boncompagni, Raffaella Carrà e Pippo Baudo: i giganti della tv. Adesso, però, dopo la malattia che l'ha colpito qualche tempo fa, Magalli non vuole lo show del sabato sera. Vuole solo tornare lì dov'era, lì al suo posto. L'amicizia con Michele Guardì, mente de "I fatti vostri", è ben salda alla faccia di chi pensa che ci siano attriti. Magalli è la tv, ma al tempo stesso anche l'intrattenimento. E' anche l'uomo che sa fare le interviste (in piazza Italia, lo studio del programma di Guardì su Rai2 ne ha fatte migliaia negli anni): attualità, cronaca, spettacolo: sa raccontare il mondo che scorre. Insomma, è un usato sicuro. Garantito. «Sono stato male e quando sono tornato i miei programmi li avevano dati ad altri. Dopo 60 anni di militanza — con Arbore sono l’unico mai andato a Mediaset - Mi aspettavo di più. Mica chiedo il sabato sera di Raiuno, bastava una seconda serata. Ri-lavora Renzo, più vecchio di me, torna pure Chiambretti, i giovani virgulti non funzionano, con certi c’è accanimento terapeutico». Magalli non sogna mica Sanremo, e dice: «Sarà una trappola mortale, dopo 5 anni di trionfi con Amadeus. Un punto di share in meno e scriveranno che è stato un flop. Alcuni che si propongono lo hanno già fatto ed è andato male, perché insistono? Il Festival è come la prima notte di nozze: se vai bene, hai fatto il tuo dovere. Se vai male, te lo rinfaccerà tutta la vita».

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