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Capezzone su Sanremo, peggio delle scarpe di John Travolta: "La vera figura di m..."

Gabriele Imperiale
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“Fare Amadeus commissario della Repubblica non sarebbe stata una grande idea”. Profetico il direttore editoriale di Libero, Daniele Capezzone, che nel suo “Occhio al caffè” sottolinea ciò che per lui è diventato ovvio negli ultimi giorni. “Siamo stati facili profeti” – sottolinea il giornalista nella rassegna politicamente scorrettissima del suo quotidiano. E come predetto, Sanremo si è divorato tutto: dalla protesta dei trattori al tanto discusso John Travolta. “Una tarantella trascinata da martedì per 4 lunghissimi giorni", ricorda Capezzone sulla gestione della protesta dei trattori da parte di Amadeus, e ora "gli agricoltori non si accontentano della lettura di un comunicato ma vogliono di più”. 

La gestione del direttore artistico per Capezzone è un vero autogol: “tra i cervelloni della Rai e qualche cervellone al governo, il risultato è che mentre all'inizio la protesta era contro l'Europa, Timmermans e qualche legge da svalvolati adesso al centro di tutto c'è il casino italiano. Veramente, complimenti". "Un capolavoro, come spararsi nei piedi o forse anche un po' più in alto” commenta furente il direttore. L'altra figuraccia di Amadeus, stavolta mondiale, è la tanto discussa gag di John Travolta: "Non sarà Marlon Brando, ma è pur sempre una star mondiale chiamata per far il Ballo del qua qua – spiega –c'è anche il caso delle scarpe e della presunta pubblicità occulta”. Il direttore si riferisce alla polemica legata a U-Power e la definisce “meno grave rispetto alla caduta autoriale, una roba da Strapaese che dimostra un problema di fondo. Una figura di m***da, come si dice dalle parti di Cambridge".

Capezzone, come sempre non fa sconti, e commenta anche ciò che accade fuori dal Festival: l'indagine su John Elkann per la questione dell'eredità Agnelli e la chiusura del Gran Giurì sulla querelle in aula tra Giorgia Meloni e Giuseppe Conte, ad esempio: una vicenda che "non giova alla credibilità di Conte” sottolinea Capezzone. E infine un pensiero ad Elly Schlein che, spiega, "sembra più preparata su Sanremo" che sul resto dell'agenda politica.

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