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Ferragni, stilettata del Codacons: "Errore? Farebbe meglio a tacere"

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È arrivato il via libera del Cdm al cosiddetto "ddl Ferragni", che punta a rendere più trasparente l'attività di beneficenza, con norme più stringenti per gli influencer. Il provvedimento richiama, neanche troppo da lontano, il recente caso Ferragni-Balocco, tant’è che l’influencer è stata tra i primi a commentare: "Sono lieta che il governo abbia voluto velocemente riempire un vuoto legislativo. Quanto mi è accaduto mi ha fatto comprendere come sia fondamentale disciplinare con regole chiare le attività di beneficenza abbinate alle iniziative commerciali". Secondo l'imprenditrice digitale, che ha sempre dichiarato di aver agito in buona fede, "questo disegno di legge consente di colmare una lacuna che da una parte impedisce di cadere in errore, ma dall’altra evita il rischio che da ora in poi chiunque voglia fare attività di beneficenza in piena trasparenza desista per la paura essere accusato di commettere un’attività illecita". Non soddisfatto, invece, il Codacons. "Le dichiarazioni odierne di Chiara Ferragni in merito al ddl sulla beneficenza sono ’aberranti e dimostrano come l’influencer non abbia minimamente compreso la gravità delle sue azioni", afferma il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori. 

 

 

Stando a quanto dichiarato dal Codacons, "Ferragni farebbe meglio a tacere e a chiedere scusa agli italiani", perché "parlare di mero errore dinanzi a un illecito accertato dall’Antitrust con una multa da un milione di euro, e a indagini a tutto campo della magistratura per quello che i pm definiscono un sistema ripetuto nel tempo per sfruttare la beneficenza a fini di profitto, è semplicemente vergognoso, e dimostra come l’influencer non abbia compreso il significato di truffa aggravata, e sia convinta che tutto possa essere ricondotto a un leggero e insignificante errore". "Dovremo a questo punto chiedere misure cautelari a suo carico come l’inibizione di qualsiasi attività commerciale e il sequestro dei suoi social per evitare che compia altri illeciti", conclude il Codacons.

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