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Chiara Ferragni, la fuga degli sponsor è senza fine. Altri marchi pronti all'addio?

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Non bastava Safilo. E neanche Coca-Cola. Dopo il pandoro-gate che ha travolto Chiara Ferragni, multata un milione di euro dall’Antitrust per «pratica commerciale scorretta» per la campagna dell’anno scorso con Balocco e ora indagata dalla Procura di Milano per truffa aggravata, il fuggi-fuggi generale degli sponsor dall’influencer e imprenditrice digitale sembra inarrestabile. Mentre prosegue il crollo di follower su Instagram (secondo il sito Not Just Analitics Ferragni avrebbe perso oltre 226mila follower dal 12 dicembre a oggi) nel suo impero starebbe iniziando ad apparire qualche crepa. Altri sponsor, rivela l’Adnkronos, potrebbero pensare di seguire presto le orme di Safilo e Coca-Cola, che dopo il caso pandoro hanno deciso di interrompere ogni collaborazione con l’influencer. 

 

 

Alla lista di sponsor e brand che intendono chiudere i rapporti con l’influencer di Cremona starebbe per aggiungersi anche Monnalisa, brand che produce abiti per bambini e che starebbe «facendo valutazioni» sul futuro con Ferragni, secondo quando riferito dalla direttrice creativa del marchio. L’effetto domino si riversa anche in parte sul negozio milanese di Ferragni. In pieno periodo di saldi, nello store a due passi da corso Como e dal Bosco Verticale, di gente se ne vede ben poca. E chi passeggia davanti alla vetrina, come appurato nel primo giorno di ribassi, ammette che «Chiara Ferragni ormai è caduta in declino». A questo ‘disamore’ per l’influencer si potrebbe presto aggiungere la lunga lista di colossi del fashion e del lusso che collaborano da anni con Ferragni come Tod’s, Calzedonia, Intimissimi, Morellato, Pantene, Nespresso e Arval Cosmetisici, che nel dicembre scorso ha stretto una partnership Ferragni per l’intero anno 2024. A rischio ci sarebbero diversi contratti siglati negli anni scorsi dall’influencer per sponsorizzare prodotti. 

 

 

Sarà da valutare nei prossimi mesi, inoltre, l’impatto che il caso pandoro avrà sugli affari dell’influencer per il 2024. Al caso Balocco bisogna aggiungere i risvolti legati alle indagini sulle uova di Pasqua di Dolci Preziosi e ai dubbi sollevati sui proventi della bambola in edizione limitata con Trudi contro il cyberbullismo. Su quest’ultima vicenda Tbs crew, società che controlla l’influencer, ha precisato che i ricavi derivanti dalle vendite della bambola tramite l’e-commerce The Blonde Salad, «al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019» e che quindi «il tutto è avvenuto totalmente in linea con quanto comunicato sul canale Instagram di Chiara Ferragni e sugli altri riconducibili a Tbs Crew Srl». Al netto delle indagini, resta da capire chi sarà il prossimo marchio che prenderà le distanze dall’influencer. Interpellate dall’AdnKronos le bocche di diverse aziende restano al momento cucite.

 

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