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Meloni, Daniele Capezzone scuote l'opposizione: "Non sta lì perché ha vinto alla lotteria"

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La conferenza stampa di Giorgia Meloni è stata al centro dell'ultima puntata di Stasera Italia, il programma di politica e di attualità di Rete 4. A intervenire sul tema, tra gli altri, è stato Daniele Capezzone. "Il vero avversario di Meloni, come ogni primo ministro, è la realtà perché governare in questo Paese è molto difficile", ha premesso il direttore editoriale del quotidiano Libero, che, però, è subito entrato nel vivo della discussione: "Fate male a fare un racconto tutto catastrofista del Paese", ha detto rivolgendosi a Elisabetta Gualmini del Pd.

 

 

"I problemi ci sono. Nessuno ci avrebbe scommesso una lira, ma siamo cresciuti più della Francia e della Germania, l'occupazione è andata ai massimi, in queste vacanze di Natale 10 milioni di italiani si sono spostati, i consumi sono andati su e lo spread giù. Vuol dire che va tutto bene? No. Io sono un liberale e vorrei molto più tagli di tasse", ha continuato Capezzone, provando a fare un bilancio di questo 2023 appena concluso. Quindi il direttore editoriale ha ripreso a replicare a quanto sostenuto da Gualmini e alle posizioni del Partito Democratico. 

 

 

"Per un anno avete scagliato contro Meloni l'anatema del fascismo, 'Sarà isolata nel mondo'. Poi non sono arrivati i fascisti e non è isolata nel mondo. Quasi tutti i giornali sparano contro Meloni", ha proseguito il giornalista. Poi è passato al caso di Marcello Degni: "Questa settimana un magistrato della Corte dei conti, scrive 'l'opposizione doveva fare sbavare la maggioranza', la magistratura? Abbiamo visto una magistrata che si esprimeva sui migranti...". "Bisogna fare un'operazione verità, da destra e da sinistra. Meloni sta in quel palazzo, non perché ha vinto un biglietto della lotteria, ma perché gli italiani l'hanno votata. Lei fa molto bene a rivolgersi agli elettori. Lei che è la più forte di tutti. Lei sa che su tasse, migranti e sicurezza, la mezza Italia che l'ha votata, l'attende alla prova. Ci siamo rimessi sulla strada della democrazia", ha concluso il direttore editoriale di Libero.

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