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Mes, Sgarbi è netto: "Maggioranza compatta". E smaschera il "disperato" Conte

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Luca De Lellis
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La bocciatura del Mes ha portato a galla alcune magagne interne alle forze di maggioranza e opposizione. E se da una parte, sostiene a gran voce Vittorio Sgarbi durante la puntata di Stasera Italia, “la maggioranza non si è rotta” nonostante l’astensione in sede di voto di Forza Italia, l’altro lato della medaglia vede invece l’opposizione impegnata a guardare le mosse funamboliche di Giuseppe Conte, che ha deciso di voltare le spalle al Partito Democratico votando in maniera contraria così come FdI e Lega. Interrogato sul tema dal conduttore del programma di Rete 4 Augusto Minzolini, il sottosegretario alla Cultura ha offerto la sua delucidazione sul perché non si può parlare di una spaccatura del Governo Meloni: “La sensibile Schlein diceva che si è rotta la maggioranza, ed è falso: Fratelli d’Italia e Lega hanno votato compatti, trovando anche il disperato Conte con loro. Forza Italia si è astenuta, ma significa solo indicare una linea culturale che è quella pro-Europa”.

 

 

 

L’Italia è stata uno dei pochi paesi dell’Ue a rispedire al mittente il Fondo salva-Stati. Forse, perché, pensa Sgarbi, non ne ha poi tanto bisogno. “Un Paese che da solo risponde a un’Europa prepotente è un paese forte, quindi a me sembra un gesto di vittoria. Come dire, siamo in Europa ma non vogliamo essere umiliati”. Tornando all’astensione del partito di Antonio Tajani, “è come se non ci fossero stati, potevano anche uscire dall’aula”, e poi “l’ampia maggioranza di cui godono insieme Fratelli d’Italia e Lega” garantisce una forte autonomia decisionale e “che non c’è nessuna rottura”. Un altro aspetto che Sgarbi capta è che questa bocciatura del Mes rappresenta “un atto di forte indipendenza politica nei confronti dell’Europa, di cui bisognerebbe rivederne il progetto”. Cioè, “il fatto che l’Ue sia una confederazione di Stati non presuppone la sottomissione di ognuno di loro al volere di un soggetto terzo”. L’Italia “non è isolata dall’Europa” ma ha avuto il coraggio “di prendere una posizione politica invece che economica”. 

 

 

Riprendendo il capitolo Movimento 5 Stelle e il suo leader Conte, dopo aver ricevuto i soldi del Recovery Fund ha cominciato a interessarsi sempre meno al Mes. Per questo, anche se questo avrebbe significato uno voto congiunto con Meloni e Salvini, l’ex Premier si è preso il rischio provando a far leva sul fattore coerenza. Ma secondo Sgarbi “lui ha iniziato l’accordo per il Mes, salvo poi votare contro, e quindi diventare un alleato della destra che odia”. Insomma, una situazione “paradossale”, che farà sorgere un “problema soltanto suo”: recuperare la fiducia di Elly Schlein per un’opposizione unita contro l’esecutivo in carica.

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