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L'affondo di Feltri contro la Cina: "Fuori dagli affari in Ucraina"

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La pace in Ucraina è ancora lontana ma c'è già chi manovra nell'ombra per la ricostruzione del Paese di Zelensky. Tra questi anche la Cina. E il dato fa molto pensare, visto che la Cina è da sempre fiancheggiatore di Putin e non ha investito un soldo per gli aiuti a Kiev. Insomma è paradossale che adesso si faccia sentire quando si tratta di incassare con la ricostruzione. Ne parla anche Vittorio Feltri nella sua rubrica pubblicata su Il Giornale del 15 dicembre. "C’è poi questo aspetto paradossale - scrive Feltri - Anche la Cina si occuperà della ricostruzione. Insomma, noi abbiamo aperto le tasche favorendo la rasatura al suolo del Paese, allo scopo di impedire una estensione del conflitto, e nel mentre i cinesi già lavoravano al fine di incassare i denari della futura ricostruzione, che pure finanzieremo. Ricordo che la Repubblica Popolare cinese ha approvato l’atto di guerra di Mosca contro Kiev, non lo ha mai definito «invasione». Pechino ha espresso subito sostegno e comprensione nei confronti del partner Putin, cercando però di conservare buoni rapporti con gli Stati Uniti. È la tipica doppiezza cinese, la Cina è bravissima a curare i propri interessi, molto più abile di noi senza dubbio".

 

 

 

Feltri dà anche consigli all'Occidente per non farsi "scavalcare" dagli interessi di Pechino. "La Cina negli ultimi mesi ha proposto anche delle soluzioni per giungere a un compromesso tra Usa e Russia, quindi tra Ucraina e Russia - prosegue Feltri - Va da sé che essa non agisce per amore della pace ma sempre per interesse. Del resto, il Paese è ormai annientato, la ricostruzione, di cui si parla dal principio, fa gola a tanti e il tempo di avviarla si avvicina. Di cosa ci stupiamo? Forse dovremmo cominciare anche noi a essere più calcolatori, proprio come i cinesi i quali fanno spendere agli altri i soldi per la distruzione e poi arrivano per incassare i quattrini della ricostruzione. Le Nazioni che in questi anni hanno devoluto risorse a Zelensky dovrebbero porre almeno questa condizione, cioè pretendere che la Cina non intervenga nella ricostruzione traendone ingiusto beneficio".

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