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Messina Denaro, il colonnello che lo ha arrestato avvisa la mafia: caccia al nuovo capo

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I carabinieri sono rimasti sorpresi da Matteo Messina Denaro. Il colonnello del Ros, Lucio Arcidiacono, che ha catturato il boss mafioso lo scorso gennaio, ha rilasciato un’intervista al Messaggero, in cui racconta il personaggio di Cosa Nostra: “Sono stato colpito dal fatto che avevo davanti un mafioso che, in maniera evidente, nei gesti e nel linguaggio, non rispecchiava per nulla lo stereotipo dello stragista irriducibile come eravamo abituati a immaginarlo. Pensavamo fosse simile agli altri boss catturati, come Totò Riina e Bernardo Provenzano, e invece no. Cercava di mostrarsi colto. Era evidente la ricerca di termini aulici, lo faceva in maniera ostinata, per volerci dare prova che non era un semplice mafioso solo con la licenza media”. 

 

 

“La documentazione che abbiamo sequestrato dal 16 di gennaio in poi è preziosa - continua Arcidiacono -. Non mi aspettavo di trovare tutti quei libri che abbiamo invece rinvenuto e che evidentemente il boss ha letto negli ultimi anni. Mi ha sorpreso la complessità di alcune letture. Messina Denaro poi ha usato molte precauzioni ed era solito celare l’identità dei suoi accoliti con nomi in codice sulla cui decifrazione stiamo lavorando”.

 

 

E ora la lotta alla mafia non si ferma affatto: “Qualcuno dovrà prendere il suo posto, ma su questo - svicola il colonnello dei Ros - ci sono indagini in corso di cui non posso parlare. È un fenomeno, quello della successione guardato con estremo interesse investigativo. Il fatto di essere sfuggito alla cattura per 30 anni ha contribuito ad esaltarne l’immagine agli occhi dei suoi accoliti, ma con la sua cattura lo Stato ha fatto capire che non smetterà mai di cercare chi deve essere assicurato alla giustizia”. Arcidiacono mette un punto a tutte le teorie del complotto su una presunta trattativa per l’arresto di Messina Denaro: “Non c’è stata alcuna resa, Messina Denaro è stato un mafioso irriducibile fino alla fine. Prova è data dalle attività svolte dopo la cattura. Nei covi abbiamo trovato documentazione importantissima che è servita per arrestare altri fiancheggiatori, oltre alla sorella Rosalia”.

 

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