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Migranti, Feltri a valanga: un'invasione barbarica. Gli effetti sul lungo periodo

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L'emergenza migranti allarma l'Italia e l'Europa tutta. La visita di Ursula von der Leyen e del premier a Lampedusa è stata la prova concreta del bisogno e dell'intento di trovare un accordo tra leader per risolvere un problema che potrebbe poi sfuggire di mano. La leader di Fratelli d'Italia da sempre ha le idee chiare sul tema dei continui sbarchi e del business dei trafficanti. Ora che la situazione è fuori controllo, però, gli italiani sono preoccupati. Un lettore, dichiarato elettore di FdI, ha scritto a Vittorio Feltri. Il direttore editoriale de Il Giornale, pur comprendendo le ragioni che destano ansia e timore, ha rinnovato il supporto al governo e a Meloni. 

 

 

"Il rapporto di fiducia che Giorgia ha tessuto con i suoi elettori è solido in quanto è stato edificato nel corso di lustri durante i quali Meloni ha mostrato una condotta sempre coerente, impeccabile, coraggiosa, decisa, quindi tale relazione non potrà essere demolita da questa faccenda qui, quantunque non sia irrilevante, quantunque il fenomeno dell'immigrazione clandestina di massa preoccupa fortemente gli italiani e non sia argomento di poco conto, tutt'altro": così ha esordito Feltri. Il giornalista ha posto l'attenzione sui delicati equilibri del gioco politico: "Scordiamoci che chi governa possa non sbagliare mai, non tentennare mai, non cadere mai, non avere mai difficoltà, avere sempre la soluzione in tasca, essere un superuomo o una superdonna.
Governare è il compito più arduo che possa esistere, si ha la responsabilità di milioni di individui sulle proprie spalle, già questo fatto atterrisce. Giorgia lo fa per la prima volta, ma dopo avere maturato una lunghissima esperienza nonché gavetta politica, e, a mio avviso, lo fa alla grande".

 

 

Feltri, senza filtri, si è detto "un ammiratore" di Meloni. Quindi ha svelato ai lettori il lato più nascosto del premier: "Eccola lì che si destreggia, che si muove con apparente disinvoltura tra gli altri capi di Stato e di governo del mondo, anche se dentro, in fondo in fondo, almeno io che la conosco bene, percepisco la sua tenera timidezza. La sua straordinarietà sta proprio in questo: nella capacità di nasconderla, di farsi sempre forte, per non farsi mangiare, forte per la Nazione, forte per gli italiani. Forte anche sulla questione spinosa, quella appunto degli sbarchi incontenibili. Io ritengo che Meloni sia molto più astuta e capace di quanto saremmo portati a immaginare. Non commettiamo di nuovo l'errore da sottovalutarla". 

 

 

Per il direttore editoriale de Il Giornale, se in un primo momento Meloni ha tentato la via diplomatica, ora è stata costretta a cambiare metodo, a intervenire diversamente perché il problema c'è ed è evidente: "Meloni ha tutta la mia fiducia perché se l'è meritata. Quindi che sta facendo bene quello che ha in testa e che quello che ha in testa è bene. Penso che sia il momento di essere risoluti e severi. Non stiamo gestendo decine o centinaia di profughi, bensì siamo invasi quotidianamente da migliaia e migliaia di clandestini, fenomeno che, per le sue dimensioni e la sua continuità, inevitabilmente destabilizza qualsiasi organismo statale. Pensiamo all'Impero Romano collassato sotto le invasioni barbariche. Il paragone è tutt'altro che ardito. Arrivi di questa portata hanno il potere e la potenza di una bomba nucleare i cui effetti nocivi si vedono anche sul lungo periodo. È tempo di dire: BASTA!", ha concluso. 

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