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Addio a Giuliano Montaldo, regista di "Sacco e Vanzetti"

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Proprio nei giorni in cui si celebra la 80esima mostra Biennale di Venezia, il cinema italiano piange la scomparsa di Giuliano Montaldo, uno degli ultimi registi ad affrontare la Resistenza dopo averla vissuta sulla sua pelle. Il dominio nazista durante la Seconda Guerra Mondiale venne affrontato nel suo primo lavoro della trilogia sul potere: 'Gott mit uns (1970)'. Seguito da 'Sacco e Vanzetti' (1971), sul tema del poter militare e poi da 'Giordano Bruno' (1973) su quello religioso.

 

 

In quest'ultima pellicola recitò un monumentale Gian Maria Volonté nei panni del frate bruciato al rogo per eresia. Celebri alcune frasi di Montaldo riguardo al grande attore che si era già confrontato con grandi registi come Sergio Leone, Francesco Rosi ed Elio Petri: "Posso dirvi che, vedendo Gian Maria Volonté, capirete cosa vuol dire il mestiere dell'attore", spiegò in un'intervista il regista. Nota anche la frase in un passaggio del film: "Chiedere a chi ha il potere di riformare il potere!? Che ingenuità!". Questo il pensiero di Giuliano Montaldo (a volte noto sotto lo pseudonimo Elio MOntesti), nato a Genova nel 1930, l'attività di attore iniziata nel 1952 nel primo film di Carlo Lizzani 'Achtung! Banditi!', dove ricopriva un ruolo di secondo piano e si occupò anche dell'organizzazione.

 

 

Negli anni successivi recita ancora per Lizzani, ma anche per Luciano Emmere Valerio Zurlini. Alla fine degli anni Cinquanta è l'aiuto-regista di Gillo Pontecorvo in 'La grande strada azzurra' (1957), di Lizzani in 'Esterina' (1959) e collabora con Elio Petri per 'L'assassino', che esce nel 1961. Nello stesso anno realizza il suo primo lungometraggio, 'Tiro al piccione' e nel 1964 gira 'Una bella grinta', film che vince il Premio Speciale della giuria al Festival di Berlino. Nel 1966 fa il regista della seconda unità nel pluripremiato 'La battaglia di Algeri' di Gillo Pontecorvo. Nel 1971 il suo 'Sacco e Vanzetti' si aggiudica la Palma d'Oro a Cannes.

 

 

Nel 1982 firma lo sceneggiato per la televisione 'Marco Polo', girato in Cina, che riceve numerosi riconoscimenti e ottiene grande successo anche all'estero. Ha curato la regia del film 'I demoni di San Pietroburgo' nel 2008. Tra i vari riconoscimenti che aveva ricevuto, il David di Donatello nel 2007 (speciale alla carriera), il Globo d'Oro nel 2018 come miglior attore non protagonista per 'Tutto quello che vuoi' e il Globo d'oro alla carriera nel 2021. Anche la sua città natale lo aveva omaggiato con il Grifo d'Oro nel 2013. Già direttore di importanti rassegne e premi cinematografici, Montaldo era stato presidente di Rai Cinema dal 1999 al 2003. La sua vita nel cinema lo portò a conoscere la moglie, Vera Pescarolo (92), figlia della grande attrice Vera Vergani e sorella del produttore Leo, con la quale aveva instaurato un sodalizio artistico di oltre 60 anni.

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