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Ustica, “nessuna prova sul missile”. Sulla pista francese parla il procuratore Salvi

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Una testimonianza diretta di chi per anni ha cercato la verità sulla strage di Ustica. Al Gr1 è intervenuto il Giovanni Procuratore Salvi, che per 12 anni ha rappresentato l’accusa nel processo sulla strage, per commentare le parole di Giuliano Amato, che ha puntato il dito su un missile di un caccia francese che voleva abbattere l’aereo con Gheddafi a bordo: «Questa è stata una delle ipotesi maggiormente esaminate per via della presenza di aerei francesi, ma credo che le prove della effettiva esplosione di un missile siano ancora non certe. Quello che è certo - ha evidenziato il magistrato - è la presenza di un secondo aereo nei pressi del Dc9 e questo porta a indicare l’ipotesi del missile, ma allora noi non affermammo con certezza tale presenza». 

 

 

Per Salvi, «appariva l’ipotesi più probabile vista la presenza di questo aereo, visto il movimento del traffico di aerei senza trasponder, quindi velivoli militari, non vicino al Dc9, ma lungo il suo percorso». Poi l’ex Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione fa un appello alla politica per accertare la verità su Ustica: «A questo punto uno sforzo politico per ottenere una completa collaborazione potrebbe essere utile, ma è molto importante che ciò avvenga sulla base di indicazioni precise».

 

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