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Bruno Vespa punge Vannacci: "Fuori linea...". La chiamata a sorpresa a Zona Bianca

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Il generale Roberto Vannacci, autore del libro Il mondo al contrario, è intervenuto nel corso della puntata del 30 agosto della trasmissione Zona Bianca, su Rete4, condotta da Giuseppe Brindisi. L’esponente dell’esercito italiano chiarisce che cosa lo abbia spinto a scrivere il testo: “Se diventerà un manifesto non lo so, non ne ho idea, sicuramente non era nell’intenzione farlo diventare un manifesto. Io ho scritto un libro per una soddisfazione personale, per una sorta di desiderio di realizzazione, ho buttato giù delle idee, condivisibili o meno, sicuramente non volgari e non offensive. Ora da un po’ di tempo si attribuisce una valenza politica a quello che ho scritto, ma non sono io quello che gliela attribuisce. Io ho parlato di problematiche sociali, economiche e di attualità. Certo che la politica si occupa di queste problematiche, ma allora se ogni volta che parliamo di attualità parlassimo di politica allora non ci potremmo più esprimere. Capisco che ci siano in molti che mi tirano per la giacchetta volendo attribuire un significato politico a quello che ho scritto, ma sinceramente non era nelle mie intenzioni”.

 

 

Brindisi interrompe il generale e va al punto: “La Lega le apre le porte, lei entra nella porta che le stanno spalancando? Potrebbe candidarsi?”. Vannacci replica così alla domanda: “Io rispondo sempre nella stessa maniera. Io intanto ringrazio, perché comunque mi offra un’alternativa vuol dire che crede in me e nelle mie capacità. Faccio il soldato e voglio continuare a farlo. Il mestiere mi ha insegnato a essere prudente e saggio. Non mi chiudo alcuna porta ma quando deciderò di fare qualcosa sarò io a dirlo”.

 

 

Vannacci viene accusa di essere filo-Putin e non ci pensa due volte a smontare la tesi di essere pro-Russia: “Rimando queste accuse al mittente, chiedendo di dimostrarle tramite fatti e documenti. Nel mio periodo a Mosca rappresentavo il ministro della Difesa quindi, se avessi assunto qualsiasi postura che non fosse stata in linea col governo italiano, sarei stato immediatamente rimpatriato. Il giornalismo si fa sulla base di documenti e di fatti, non di chiacchiere da bar. Sfido chiunque a tirar fuori quei documenti e quei fatti obiettivamente reali che mi possono configurare come putiniano. Diritto all’odio? Probabilmente – dice ancora il generale - le parole che ho espresso sono state leggermente travisate. Io faccio riferimento al sentimento dell’odio. Odiare lo stupratore di bambini secondo me è una cosa normalissima. Ciò non vuol dire condannarlo al linciaggio, ma provare naturale disprezzo per chi compie delle nefandezze. Passare all’azione è cosa diversa. Le leggi imbrigliano le azioni non le idee. Rivendico anche la possibilità di un sentimento all’opposto dell’amore”.

 

 

Nel corso della trasmissione di Mediaset è intervenuto telefonicamente Bruno Vespa, noto giornalista Rai, che ha bacchettato l’esponente dell’esercito: “Mi dispiace che il generale Vannacci abbia ignorato la nostra ampia e simpatica corrispondenza anche delle ultime ore, nella quale non diceva le cose che ha detto qui. Anche perché il punto centrale è che io ho detto che se il generale avesse assunto degli atteggiamenti contrari alla linea del governo italiano mentre era a Mosca nel suo ruolo delicatissimo, sarebbe stato rimpatriato immediatamente. Il problema è che negli ultimi mesi, in questa primavera, il generale Vannacci incontrando alcune persone ha espresso, e non secondo il bar, visto che io non frequento il bar, legittimamente come cittadino, meno come altissimo ufficiale dell’esercito, dei pareri molto fuori linea rispetto alla politica italiana. Uno sulla Nato che ha sbagliato a mettersi troppo addosso alla Russia, due sull’America e gli stati occidentali che si sono comportati male quasi costringendo Vladimir Putin ad invadere l’Ucraina. Tutte una serie di tesi che per un cittadino comune sono discutibili ma rispettabili, ma per un alto ufficiale dell’esercito non funzionano”.

 

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