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Bruno Vespa su Vannacci: "Quando era a Mosca...", retroscena clamoroso

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Il caso del generale Roberto Vannacci non smette di far discutere sull'onda delle polemiche per il libro "Il mondo al contrario". A svelare alcuni retroscena inediti sul militare rimosso dalla guida dell'Istituto geografico militare di Firenze è Bruno Vespa in un articolo pubblicato su Qn sabato 26 agosto. In cui il conduttore di Porta a porta racconta anche delle mire politiche del paracadutista precedenti alla pubblicazione, autoprodotta, del volume. Vannacci "dovrebbe erigere una piccola stele con ex voto per grazia ricevuta alla sinistra italiana", premette Vespa in riferimento agli "avanguardisti del ‘politicamente corretto’" che, estrapolando "frasi gravissime" e "inaccettabili per un alto ufficiale dell’Esercito" dal suo libro, tuttavia più articolato, hanno garantito visibilità e vendite all'opera.

 

Detto questo, il giornalista spiega che uno con il curriculum di Vannacci "non viene congelato all’Istituto geografico militare senza una ragione precisa. E la ragione sta nelle posizioni estremamente favorevoli a Putin maturate nel periodo in cui è stato addetto militare a Mosca dal febbraio 2021", rivela Vespa secondo cui sono state queste posizioni "a bruciare la brillantissima carriera di Vannacci".

L'atlantismo del governo di Giorgia Meloni è fuori discussione, e un Paese Nato "non può avere a un alto livello militare ambiguità di questo genere".  Dicevamo della politica. Il conduttore Rai rivela che "già prima dell’uscita del libro, Vannacci puntava a una candidatura alle elezioni europee. Gli sarebbe piaciuto presentarsi con Fratelli d’Italia". La polemica del libro ha poi fatto esplodere mediaticamente il caso. Ora nessun partito lo vorrà più, è la previsione di Vespa. 

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