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Omnibus, Nona Mikhelidze svela la verità sul piano di Vladimir Putin

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“Quando si pronuncia in diretta la parola tradimento, la punizione arriva sempre” e a confermarlo “è la storia dell’Unione Sovietica, della Russia”: parola di Nona Mikhelidze, responsabile di ricerca presso l'Istituto Affari Internazionali intervenuta a "Omnibus" su La 7. L’argomento è la morte del capo della compagnia Wagner, Evgeny Prigozhin, di cui l’analista georgiana ricostruisce la morte e il perché si è arrivati all’abbattimento del suo aereo tra Mosca e San Pietroburgo. In poche parole, secondo la giornalista, quella di Prigozhin e del suo alto comando – tra i morti infatti c’era anche il suo braccio destro Dmitry Utkin – è una morte più che annunciata ed è arrivata in modo così plateale perché è così che il presidente russo Vladimir Putin ha voluto. “Prigozhin nell’ultimo periodo si trovava in Africa e si poteva fare tranquillamente in Africa” invece “si è fatto sulla tratta fra Mosca e San Pietroburgo dove si trova fra l'altro la residenza di Valdaj del presidente Putin”. Una dimostrazione a tutti gli effetti “con l'obiettivo di mandare un messaggio chiaro anche in vista delle elezioni 2024” rendendo chiaro a tutta l’élite russa che “a coloro che si azzardano a scegliere la strada di dissenso, spetta questo futuro”.

 

 

 

Parole forti quelle di Mikhelidze che però analizzano in profondità lo Stato russo e le notizie che arrivano da Mosca. Governo russo la cui natura è sempre più criminale, almeno secondo la giornalista: “E’ vero che nessuno piange per Prigozhin - era un criminale - ma vista la modalità con la quale viene trattato anche il criminale ci sembra di essere in uno stato di mafia, di Gangster”. E questo secondo l’analista georgiana ci direbbe qualcosa di più sulla Russia di Vladimir Putin. “Ci dice tanto sull’affidabilità del governo russo. Ricordiamo bene che Putin aveva promesso a Lukashenko, aveva dato la sua parola su Wagner e sul futuro di Prigozhin (il riferimento è al patto stretto con il presidente bielorusso il 23 giugno in occasione del fallito golpe di Prigozhin)”. Mikhelidze che conclude domandosi provocatoriamente: “io vi domando e mi chiedo dove sta l’onestà intellettuale di tanti che chiedono il negoziato con uno Stato di mafia e auspicano, sperano e pongono la fiducia di un’eventuale accordo di pace fra Ucraina e Russia”.

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